Ricollocazione migranti, Minniti alle Camere: “Conta il sentiment del nostro popolo. Centri permanenti di rimpatrio al posto dei Cie”

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Immigrazione, sicurezza, territorio. Il ministro dell’Interno Minniti, in audizione mercoledì sera davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali di Camera e Senato, ha presentato le linee programmatiche e le azioni del dicastero. «Finora  abbiamo avuto un impatto positivo sul controllo del territorio. Questo non ha inciso sull’indebolimento della tranquillità dei cittadini. C’è stata una grande presenza nei luoghi pubblici e possiamo dire, quindi, che abbiamo un meccanismo di sicurezza che funziona ma va continuamente aggiornato».

Parte da qui l’impegno del responsabile del Viminale nel voler realizzare una grande alleanza tra Stato e territorio: «E’ giunto il momento – ha dichiarato – di presentare al Parlamento un piano organico di sicurezza urbana che preveda poteri ministeriali e poteri locali». «Se vogliamo affrontare l’imprevedibilità dell’attacco terroristico – prosegue il ministro – dobbiamo tenere insieme l’attività di intelligence e l’attività di controllo del territorio. Dobbiamo avere un modello di sicurezza nazionale gestito da Roma, dal Viminale, ma dobbiamo avere un parametro nazionale e degli allargamenti locali attraverso i rapporti con il territorio».

L’immigrazione è, per Minniti, «una questione cruciale nella storia del mondo e non può essere ristretta in orizzonti temporali troppo brevi. Non va né subita né inseguita ma governata, tenendo conto dei diritti di chi fugge e del sentimento del nostro popolo».«Considero sbagliata e fuorviante, dal punto di vista analitico, l’equazione immigrazione-terrorismo».

Sempre in tema di immigrazione il ministro individua due direttrici su cui è necessario muoversi: chiedere che ci sia un cambiamento di approccio dell’Unione europea; attivare una forte iniziativa nazionale. «L’Italia, in questi anni, ha fatto un grandissimo sforzo e si è assunta delle forti responsabilità, riconosciute da tutti, e dobbiamo misurarci adesso con un progetto organico», ha dichiarato il ministro. «Nel 2015 furono promesse 40mila ricollocazioni entro settembre 2017. Oggi siamo a 3200 perché c’è un’evidente indisponibilità ad accogliere i migranti».

Particolare attenzione, infine, ai migranti richiedenti asilo: «Bisogna evitare – dichiara Minniti – il vuoto dell’attesa. La mia proposta è quella di impegnarli in lavori finanziati dall’Unione Europea». «Dobbiamo accogliere e integrare chi ha diritto – ha concluso – e rimpatriare chi non ha diritto e delinque. Lo dice la giurisdizione italiana. Proporrò che i Cie vengano cancellati e che siano sostituiti dai Centri permanenti di rimpatrio».

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