Road show. Il MISE: “210 mln, investiamo in Usa, Russia, Cina”. Prometeia: “Tomato salernitano già primo in New Zeland e Australia”

0

A sancire la riuscita del 44esimo Road show dell’Ice, l’iscrizione di 250 aziende al BtoB con Ice, Sace, Simest. Siffatta platea determina che i saluti istituzionali presto si trasformino in micro-relazioni. Il vice presidente di Confindustria Salerno Nicola Scafuro ha parlato della necessità di determinare “condizioni di stimolo per quelle aziende, la metà del totale, che non hanno mai esportato seppure il 2016 sia stato un anno record per l’export italiano che ha determinato un avanzo di 50 milioni sulla bilancia commerciale”, citando a mo’ di esempio la natura virtuosa delle imprese ‘digital native’, poi il presidente di Unioncamere Campania Andrea Prete: “In 10 anni abbiamo perso 10 punti di Pil ma all’estero resta grande la richiesta di Italia. La Campania e la provincia di Salerno eccellono nei settori dell’agro alimentare e del manifatturiero. Le Istituzioni accompagneranno i processi di internazionalizzazione dimostrato anche dalla presenza dei 250 imprenditori iscritti a questo road show”.  Nella sua relazione tecnica, Claudio Colacurcio di Prometea Specialist rilancia alcuni dati: “Dal 2009 il mercato interno si è contratto del 3,5%, quello verso l’estero si è ampliato del 35.6%. Gli scenari mondiali che potenzialmente più incideranno saranno il protezionismo degli Usa (ma va anche detto che il 20% delle esportazioni del Messico verso quel Paese è riconducibile ad aziende… americane) e la Brexit; di contro ripartirà la Cina e si registrerà una accelerata degli Emirati Arabi Uniti. Verso il Regno Unito la Campania e Salerno esportano molto. In generale l’export di Salerno vale 2 miliardi all’anno ma ha un potenziale inespresso del 20%, specie nell’agroalimentare”. La curiosità: “Il 16% del mercato del tomato in Nuova Zelanda è made in Salerno. Questo vostro prodotto è primo in Australia”.  Carlo Formosa, direttore centrale MAE per l’internazionalizzazione del Sistema-Paese ha detto: “70 mila imprese potrebbero, per struttura, sostenere la internazionalizzazione ma non lo fanno” mentre Paolo Bulleri della direzione generale per la internazionalizzazione del MISE svela: “Nel mondo c’è un protezionismo strisciante: contavamo mille dazi negli Usa già prima dell’avvento di Trump. Per questo il Parlamento ha approvato il piano straordinario per la promozione del Made in Italy nel triennio 15-17 per 170 milioni all’anno con una previsione di 210 milioni nel 2017. Il Ministero gestisce questi fondi concentrandosi, prevalentemente, sui mercati di Russa, Usa, e Cina. Uno dei problemi è che nessuna delle catene di grande distribuzione organizzata (GDO) è di proprietà italiana”.

Condividi.

Lascia un commento