ZES – SALERNO PENSA, NAPOLI FA. AVANTI GLI INTERPORTI DI NOLA E MARCIANISE. DIFFICILE L’ISTITUZIONE ANCHE AL CERNICCHIARA – VIDEO

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Il primo vero effetto dell’accorpamento delle Autorità portuali è che Salerno rischia di perdere, paradossalmente ancor prima di averla ottenuta, la sua Zona Economica Speciale. Mentre infatti il Comune “sta ragionando anche in funzione degli aggiornamenti decennali al Puc; all’assessore De Maio il compito della individuazione e della proposta dell’area che ospiterà la ZES” – ha detto il sindaco Napoli a latere della odierna presentazione del XXIX Sea Sun – a Napoli sono… un milione di anni luce avanti. La legge prevede che la ZES sia al servizio della Autorità di Sistema Portuale (intesa nel suo insieme), tanto che presidente e segretario saranno gli stessi della AdSP. Destinatari della ZES non sono quindi i singoli porti (Napoli, Salerno o Castellamare) ma il sistema-portuale campano. Differenza non da poco che sposta l’asse geografico, inevitabilmente, a nord di Salerno. In quest’ottica appare coerente la candidatura ufficiosamente avanzata degli interporti di Marcianise Sud Europa e Nola, pronti a riconvertire parte delle loro (amplissime) piattaforme logistiche per approfittare di questo enorme vantaggio in termini di imprese e di sviluppo (anche occupazionale). Proprio la logistica giocherà un ruolo fondamentale nella scelta: il porto di Napoli e gli interporti di Nola e Marcianise sono serviti dalla ferrovia. Anzi: il 19 aprile scorso il presidente Spirito dell’AdSP ha firmato, con il suo omologo di Rete Ferrovie Italiane Maurizio Gentile, un “accordo per sviluppare il trasporto ferroviario dalle banchine all’entroterra”. L’intesa prevede che l’AdSP pubblichi un bando di gara per scegliere la compagnia ferroviaria che gestirà i collegamenti tra il porto di Napoli e gli interporti di Nola e Marcianise, pianificando con RFI la capacità di trasporto. RFI si impegna a fornire i necessari slot nel periodo compreso tra il 2017 e il 2020. Con una nota l’AdSP del Mar Tirreno Centrale comunicò che l’accordo trasferirà quote importanti di trasporto su lunghe percorrenze dalla strada alla rotaia. All’indomani della firma, Spirito ebbe a dire: “E’ il primo tassello di un percorso innovativo per lo sviluppo della intermodalità. Va evidenziato che esiste una adeguata capacità di tracce giornaliere tra il porto di Napoli e gli interporti campani”. Gentile: “L’accordo farà da modello di riferimento per altri porti italiani che svolgono ruolo di hub”. Differenze enormi: il porto di Salerno non ha la ferrovia; a Napoli esiste una piattaforma logistica di riferimento ineguagliabile sia per ampiezza che per infrastrutturazione mentre, nella migliore delle ipotesi, Salerno potrebbe offrire un progetto di riutilizzo delle tre cave di Cernicchiara, raggiungibili solo su gomma, per un totale di circa 400 mila metri quadrati. Non essendoci partita-tecnica la scelta, allora, diventa politica: AdSP (e Governo) decideranno di ‘spacchettare’ la istituenda ZES per accontentare anche Salerno? Se ne saprà di più all’incontro sul tema “Le Zone Economiche Speciali nella prospettiva di integrazione dei porti di Napoli e Salerno” di sabato (inizio ore 20.30) presso l’Arena del Mare allestita nel sottopiazza della Concordia. Parteciperanno Messineo (Commissario Autorità portuale di Salerno e segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale), Canfora (presidente Provincia), Vincenzo Napoli (Sindaco Salerno), Andrea Prete (Presidente Camera di Commercio e Confindustria Salerno e Unioncamere Campania), Pietro Spirito (Presidente Autorità di Sistema Portuale Mar Tirreno Centrale) e Vincenzo De Luca. La vera domanda dovrà essere: Salerno avrà la sua ZES? L’impressione, per dirla con un antico proverbio, è che ‘mentre il medico studia, il malato muore…’.

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