BANDA UNO BIANCA, 28 ANNI FA MORIVA IL POLIZIOTTO ANTONIO MOSCA

0

Il Poliziotto Antonio Mosca, originario di Castellammare di Stabia (Na) fu la prima vittima, tra le Forze dell’Ordine, caduta sotto i feroci colpi delle belve della famigerata ‘Uno bianca’. Antonio Mosca morì il 29 Luglio 1989, come conseguenza delle ferite subite in una sparatoria con i tre criminali fondatori della ‘banda’ il 3 Ottobre 1987 sull’autostrada A14 all’altezza del casello di Cesena.

Di seguito la ricostruzione dell’episodio tratta da “Baglioni e Costanza” di Marco Melega, Ed. Mandragora: “Da tempo un commerciante di Rimini stava subendo richieste estorsive. L’uomo denunciò il tutto alla Polizia di Rimini ed un gruppo di agenti del Commissariato, guidato dal sovrintendente Antonio Mosca, organizzò un servizio per catturare i malviventi. Secondo la telefonata degli estorsori l’auto dell’imprenditore avrebbe dovuto percorrere l’autostrada A14, fermandosi ad ogni cavalcavia e  quando avrebbe visto penzolare una corda vi avrebbe dovuto legare una valigetta contenente cinquanta milioni di lire. Gli agenti, a bordo della  Fiat Panda dell’imprenditore e di una Alfa 33,  giunti sotto il cavalcavia vennero però accolti con decine di colpi di fucile a pompa esplosi dai banditi appostati sul cavalcavia e nel fossato costeggiante l’autostrada. Mosca ed altri due agenti rimasero feriti gravemente mentre uno degli agenti rimasto illeso rispose al fuoco trapassando il giubbotto di uno dei banditi il quale però riuscì a fuggire insieme ai complici. Il sovrintendente Antonio Mosca venne raggiunto da cinque pallettoni nel torace ed uno alla testa. Iniziò per lui un lento calvario ospedaliero,  nel corso del quale gli vennero asportati due lobi del polmone destro e che terminò solo il 29 Luglio 1989 con la sua morte. I criminali fuggiti erano  tre fratelli, due dei quali agenti di Polizia. In seguito accolsero nel loro gruppo altri tre agenti corrotti con i quali compirono numerosi delitti. Nel corso della loro carriera criminale, terminata con il loro arresto ad opera del Commissariato di Rimini  nel novembre 1994 uccisero 24 persone e ne ferirono altre 102. Uno dei poliziotti che li arrestò era l’unico agente rimasto illeso nella sparatoria sull’autostrada A14, colui che con un proiettile aveva trapassato il giubbotto di uno dei banditi”.

Una follia omicida. Dal 1987 all’autunno del 1994 la banda dei fratelli Savi ha inanellato una serie di crimini impressionanti. Armi in pugno, in sei (Roberto, Fabio e Alberto Savi, Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli), con responsabilità e ruoli diversi, sono entrati in azione 103 volte. Hanno lasciato sul selciato 24 morti e ferito altre 102 persone. Rapine ai caselli autostradali, alle banche, alle Poste, ai supermercati, alle attività commerciali. Hanno assassinato uomini delle forze dell’ordine, guardie giurate, benzinai, esercenti, tranquilli passanti e testimoni scomodi. Nel 1987 non hanno esitato a sparare contro il sovrintendente di polizia Antonio Mosca, considerato la prima vittima. A gennaio dell‘88 hanno fatto cadere anche la guardia giurata Giampiero Picello. Spietati non esitarono contro i carabinieri Cataldo Stasi e Umberto Erriu, colpevoli di averli fermati in un parcheggio. Nell’89 freddarono Adolfino Alessandri, un pensionato reo di aver assistito ad una rapina.

Condividi.

Lascia un commento