Viadotto, quando l’interesse privato si mangia quello pubblico – 2 VIDEO

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Per gli effetti prodotti, il viadotto Gatto rischia di passare alla storia come la peggiore opera mai costruita a Salerno. Arteria pubblica di fatto privatizzata dalle aziende (in parte di altre regioni) che, attraverso il suo intensissimo utilizzo, realizzano il proprio business: società di movimentazione merci su gomma (Tir), società di logistica, spedizionieri che operano nel porto ed armatori che scelgono lo scalo di Salerno proprio perché esiste
questo collegamento diretto con le autostrade. E l’interesse pubblico va a farsi benedire, con buona pace dei cittadini che hanno scelto di vivere nei rioni Porto, Olivieri, Canalone e centro storico alto (in particolare via Monti). Ma anche a Vietri sul Mare e Cava. Migliaia di famiglie che, paradossalmente, vedono la qualità della propria vita peggiorare giorno dopo giorno in nome di un non meglio identificato interesse strategico nazionale (da qui il ‘capolinea’ allo scalo di via Ligea delle autostrade del mare) che aveva un senso durante la lunga fase di  riammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, conclusa però da tempo. Quasi che l’Italia la dovessero salvare loro, gli abitanti di una fetta di Salerno i cui interessi mai sono finiti al centro dell’agenda politica (qui si imbarcano anche le ecoballe portate all’estero…). Di contro esiste solo la possibilità, più teorica che  
pratica e comunque senza un orizzonte temporale certo, di costruzione delle gallerie di Porta Ovest. “Il cantiere è fermo da mesi” aveva però troncato il segretario dell’Autorità Portuale di Sistema del Mar Tirreno Centrale, Francesco Messineo, il 18 dicembre 2017 (video in basso). A fronte di una situazione insopportabile in qualsiasi altra parte d’Europa, cosa fanno gli organi di controllo? L’Arpac, ad esempio, ha mai misurato le emissioni di monossido di carbonio delle centinaia di Tir scaricati dalle decine di navi Ro-Ro che ogni giorno attraccano? E le emissioni sonore rientrano davvero nei limiti? Il Comune, attraverso la sua massima autorità sanitaria cittadina (il sindaco) ha mai chiesto di avere sotto mano una relazione analitica dei flussi di traffico – con relativo inquinamento prodotto – anche per verificare l’esistenza della piena compatibilità della struttura, costruita quasi mezzo secolo fa, sulla quale l’ente ha la responsabilità della sicurezza? Ha mai raccolto il grido di allarme degli abitanti di via Monti le cui case sono scosse ad ogni passaggio di Tir? Ha mai dato ordine al comando dei Vigili Urbani di far (quantomeno) rispettare il segnale di divieto di svolta a sinistra, in salita, all’incrocio con via Benedetto Croce (da qui il disagio di Vietri e Cava)? Sul piano politico davvero si pensa di demandare la soluzione del problema alla costruzione (oramai ipotetica) della gallerie di Porta Ovest? E nelle more non sarebbe più giusto pensare di far prevalere l’interesse pubblico (della città) a quelli privati? Mentre De Luca sogna la riconversione a giardino pensile verticale (secondo video in basso) la risposta, probabilmente, è nelle foto scattate ieri sera dal nostro lettore Giovanni Capuano.

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