Lazio, il cuore biancoceleste batte a Salerno

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Batte, forte, il cuore laziale di Salerno. In prosecuzione con gli ‘Eagles Supporters Salerno’, attivi negli anni ’80, nella stagione calcistica appena conclusa si è ricompattato il gruppo di tifosi biancocelesti all’ombra del castello Arechi. Seppure qualche capello sia diventato bianco e gli ‘Eagles’ siano scomparsi, la passione per l’Aquila non si è mai sopita. Domenica sera, in occasione dello sfortunato spareggio per la Champion’s League, in tribuna Tevere, Maurizio e gli altri salernitani-laziali hanno affisso lo striscione identitario. Stessa cosa fu fatta in occasione della gara stravinta a Benevento, nell’anello inferiore del settore ospiti dello stadio ‘Vigorito’. Domenica il gruppo si è ricompattato in trattoria presso Ponte Milvio, si è intrattenuto con Francesca, la figlia dello storico dirigente biancoceleste Manzini e poi ha raggiunto l’Olimpico.

Molti gli aneddoti raccontati: su tutti quello relativo alla amicizia degli anni ’80 tra le tifoserie di Lazio e Salernitana – sconosciuta ai giovanotti tifosi granata e biancocelesti, oggi fossilizzati sul duplice ruolo di Lotito – suggellata in occasione della partita di Cava del giugno ‘83– finì 2-2, la Lazio di Lovati fu promossa in A (i laziali ‘invasero’ il lungomare) – e poi, nel 1987 con i successivi spareggi del San Paolo (la Lazio di Fascetti, partita con -9, si salvò battendo 1-0 il Campobasso).

Sarebbe bello se, in occasione di una delle tante venute a Salerno, Claudio Lotito volesse incontrare e conoscere – nel ruolo di presidente della Lazio – i tifosi biancocelesti salernitani.

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