“Porti chiusi” e “ab sofort”. Migrazioni e regimi: quando il tempo è maturo, i muri cadono

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Matteo Salvini come Riccardo Ehrman? Il ministro dell’Interno sulle orme del giornalista italiano che ‘fece cadere’ il Muro? Il 9 novembre 1989 il corrispondente dell’Ansa da Berlino Est incalzò in conferenza stampa il responsabile dell’informazione del partito Unità Socialista di Germania, Günter Schabowski, chiedendo se le riforme annunciate sulla libera circolazione dei berlinesi dell’est erano confermate e, se sì, da quando avrebbero avuto validità. Il dirigente della SED colto di sorpresa rispose ‘ab sofort’ (da subito). Due parole stravolsero in un secondo lo status quo e scatenarono una rivoluzione: la gente, fino a quella sera assopita ed assuefatta da decenni di regime, si destò riversandosi in strada: in poche ore il Muro era abbattuto. Sotto quelle macerie rimasero sepolti il comunismo e (quella) guerra fredda. Il tempo era maturo.

29 anni dopo il ministro Salvini pronuncia due parole: ‘porti chiusi’. In un secondo stravolge lo status quo europeo e mediterraneo (fino ad allora Italia nazione ‘automatica’ di sbarco); spazza via regole e consuetudini sedimentate e validate dai precedenti governi di Roma (ora le navi delle Organizzazioni Non Governative dovranno attraccare altrove) e provoca un terremoto negli equilibri politici delle altre nazioni.
Così come nel 1989 l’annuncio della DDR provocò un effetto-domino tale da travolgere il comunismo sovietico, oggi la posizione dell’Italia sta determinando decisioni definitive in molti Paesi in tema di gestione dell’immigrazione: in conseguenza della posizione italiana la Spagna annuncia l’espulsione di tutti i migranti economici – ossia non rifugiati politici o profughi di guerra – a 45 giorni dallo sbarco; la Germania perfeziona la sua ‘rivoluzione interna’ contro le politiche di accoglienza della Merkel, con il ministro dell’Interno Horst Seehofer pronto ad adottare misure di respingimento dei migranti alla frontiera; la Francia fa lo stesso da tempo; Ungheria e Austria plaudono alle decisioni italiane. In tutte le Capitali viene oggi riaffermato il concetto di legalità strutturato sull’accoglienza dei profughi di guerra e dei rifugiati politici – con ricollocamento per quote – a fronte delle automatiche espulsioni a carico dei migranti economici.
A guardare cotante reazioni, la sensazione è che il fenomeno dell’emigrazione di massa ed incontrollata verso l’Europa del sud si fosse finora retto proprio sulle spalle di un’Italia assopita ed assuefatta da centinaia di sbarchi navali (organizzati) all’anno, dalla indistinta accoglienza accettata da Governi molli, dalla sensazione di impotenza a fronte del repentino mutamento-sconvolgimento di usi, costumi, abitudini e delle micro-società. Ma poi, proprio come i berlinesi dell’est il popolo italiano si è risvegliato, è sceso in piazza, ha riassaporato il gusto dell’autodeterminazione ed ha abbattuto a picconate il muro dell’ipocrisia appena ha trovato il suo ‘Matteo-Riccardo Ehrman’. Il tempo è maturo.

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1 commento

  1. Gregorio Pacelli il

    Condivido 101%. Finalmente finisce l’immobilismo e il “supinismo” più deleterio e più insopportabile. Avanti così!

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