Lega e De Luca mandano in tilt la sinistra. Il prof: “Gentaglia, Salvini era contro noi napoletani”. Il travaglio del senegalese e la dura risposta del sindaco – VIDEO

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Le ultime ore, a Salerno, hanno raccontato molto. Per merito innanzitutto della Lega, sfrontata nel rubare la scena al Governatore proprio nel giorno in cui, nella sua Salerno, egli presentava “Progetti e opere per la città”. I salernitani si sono risvegliati, appassionandosi al dibattito politico innescato dalla ‘passeggiata per la sicurezza e la legalità’ di Mariano Falcone sul lungomare, alla contrapposizione (tentata anche fisicamente) della estrema sinistra e ad un fatto che – più degli altri – promette di rivoluzionare i rapporti di forza a Salerno: il secondo striscione della Lega era in difesa dei senegalesi (intendendo i venditori ambulanti in regola) e contro il sindaco. Acutamente Daouda Niang, fosse anche solo per partigianeria (è il rappresentante della comunità senegalese) ha colto e, su facebook, ha risposto ai tanti attacchi subiti alla vista del suo bacio a Falcone, dell’applauso alla Lega e del suo entusiasmo allo striscione. Ha affermato: “Se un partito di destra difende i senegalesi contro un’amministrazione comunale di sinistra ma che – a mio parere – è razzista proprio contro di noi, allora a Salerno un problema c’è”. Nella sostanza Vincenzo De Luca e Vincenzo Napoli, con le loro risposte dure sia dal punto di vista politico (il Governatore: “i tappeti si mettono dove decide il Comune; se non gli sta bene, vadano via”) che tecnico (il sindaco: “mai più a lungomare e non avranno via Calò: se sono davvero in regola, vadano a vendere nei mercati”) mantengono le posizioni. Per un pomeriggio Daouda Niang diventa, allora, il protagonista della piazza. Probabilmente sente la pressione e qualche errore, in verità, lo commette. Il bacio a Falcone, l’applauso allo striscione della Lega, la sfilata per qualche secondo dietro allo stesso al fianco dei leghisti e tra i loro applausi sembrano spontanei; un tantino strategico appare, invece, l’applauso di pochi minuti dopo alle parole di Gennaro Avallone, riferimento dei giovani di estrema sinistra – che di lavoro fa il ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Università di Salerno – pronunciate nell’ambito di un breve ed improvvisato comizio. Avallone dice: “Salerno è una città tranquilla non grazie a Vincenzo De Luca ma alle persone che la abitano ed alle loro lotte. Il sottopiazza e libero e sul lungomare vi sono almeno due spazi adatti alla vendita ambulante dei senegalesi. Se la politica non fa le scelte succede che il tema della sicurezza finisce nelle mani di questa gentaglia (qui Niang esprime consenso con il capo e applaude con gli altri) che si fa rappresentare da uno che nove anni fa inneggiava contro i napoletani, che siamo noi…”. All’indomani, ascoltate le parole di Vincenzo De Luca (“i senegalesi si lamentano? Per me vengono prima le esigenze dei nostri concittadini”) la vicenda la chiude il sindaco Vincenzo Napoli: “I senegalesi in regola, se vogliono, possono andare a vendere nei mercati. Il lungomare se lo scordino”.
Per astuzia e strategia, la partita la vince la Lega: con la sfilata ordinata e numerosa sul lungomare dà prova di forza e compattezza; martella sul cuneo dei senegalesi allargando la crepa (che diventa lesione) a sinistra e, compiacendosi con De Luca  tanto da invitarlo al raduno di Campagna (seppur ricordando che “è stato uno dei fautori dell’accoglienza”), crea imbarazzo nell’area politica avversaria. Falcone lo sa e guardandosi indietro cita (a prestito…) una delle frasi-metafora che hanno reso celebre proprio Vincenzo De Luca: “la carovana passa, i cani abbaiano…”.  

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