Salerno, città di miti e leggende: sogna il futuro, dimentica la realtà

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Salerno un primato ce l’ha: è certamente la città del futuro. Nel senso che da circa un quarto di secolo i suoi abitanti vivono nell’attesa che si realizzi quanto promesso. Promesse che a volte sopravvivono a se stesse, alla loro (ufficiale) cancellazione, che superano la realtà, che creano miti, sconfinano in leggenda…
Salerno è una città talmente proiettata nel futuro che, a volte, ‘dimentica’ di gestire l’ordinario. Succede allora che, nella decennale attesa che si realizzi lo ‘straordinario’ rifacimento del Corso (leggi: ripavimentazione con pietra lavica di un rettilineo urbano adibito ad isola pedonale), lo stesso Corso in pieno giorno – ogni giorno – sia invaso da auto, parcheggiate quasi a perdita d’occhio (qualche notizia dell’assessore alla mobilità?). Eccheffà se la palese infrazione sia commessa transitando sotto le telecamere (vedi foto). Multe, verbali, carro attrezzi? Nemmeno l’ombra. Chi controlla? Boh…
Nella città del futuro c’è tanto futuro che il futuro si tocca con mano, che l’immaginario prende la forma delle gigantografie. All’infopoint turistico del Comune, allocato nella Galleria Capitol, una enorme immagine pannellata al muro descrive la gigantesca vela – stile Dubai – di piazza della Concordia. Bella, maestosa, a punte intrecciate, dirompente sul mare: un faro, una luce nell’oscurità, un Colosso di Rodi in chiave moderna (vedi foto in basso). A guardarla scatta l’orgoglio per una Salerno che farebbe invidia a Montecarlo. Quel pannello sta lì, ad accogliere i turisti, qualcuno dei quali – magari un tetragono giapponese per la prima volta in città – avrà anche chiesto alle gentili signorine al desk, tra una brochure ed una cartina, indicazioni per poter visitare quel gioiello di scintillante architettura contemporanea. Eccheffà se per le imbarazzate signorine multilingue non sarà stato semplice spiegare che quell’immaginifico scorcio di futuro esiste solo nella mente di qualcuno in questa città. Proprio come l’acquario (ve lo ricordate?), le fermate di via Monti e dell’Olivieri della metropolitana, l’abbattimento del viadotto Gatto ad esito di Porta Ovest, la parte pubblica del Crescent, le spiagge profonde 50 metri a lungomare, il palazzetto dello sport, il tunnel di collegamento tra stazione e cittadella giudiziaria, il pip nautico per la cantieristica in Capitolo san Matteo, gli alberghi, il porto-isola con il ponte di Calatrava.
Ma Salerno è la città dal futuro ‘straordinario’ che fa sognare, che fa innamorare. Chi arriva e chi, con la valigia, se ne va.

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