21.180 preferenze: è Franco Picarone l’uomo del popolo

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Il dato che nella circoscrizione di Salerno sovrasta tutti gli altri attesta il ‘conta-voti’ alla mirabile soglia di 21.180. Altrettanti elettori hanno scritto altrettante volte, sulla scheda elettorale, il nome ‘Picarone’ facendo del consigliere regionale uscente l’assoluto recordman delle preferenze. Per la seconda volta consecutiva: cinque anni fa raggiunse però il primato con circa quattromila voti in meno. Se le elezioni sono la prova-regina per testare la bontà del lavoro di chi ha occupato le Istituzioni, Franco Picarone può essere soddisfatto di un esito che sarebbe probabilmente bastato anche per una elezione in Parlamento. Proviamo qui ad elencare le ragioni del successo.

COMPETENZA – Nel 2015 Picarone, lista-Pd, fu eletto per la prima volta in Consiglio regionale. Il Governatore Vincenzo De Luca decise di attribuirgli la carica di presidente della Commissione Bilancio e Finanza confidando in due caratteristiche che – del suo ex assessore al Comune di Salerno – ben conosceva: la indiscussa lealtà politica e la altrettanto ferrea competenza nel settore, maturata ai tempi dell’impiego in banca, del vertice del sindacato di categoria e della successiva delega al Bilancio a Palazzo Guerra. In sostanza, a Picarone, De Luca affidò il compito di conferire forma amministrativa alla sua visione politica. Compito per nulla semplice: se gli impegni assunti in campagna elettorale andavano rispettati, i presupposti di tutta l’architettura dell’azione di governo che allora iniziava erano il ripianamento del buco in bilancio (poi) quantificato (“scoprimmo che era di cinque miliardi”) e l’uscita dal commissariamento della Sanità (“comparto che assorbe i quasi tre quarti delle risorse”). Conti alla mano, Per De Luca e Picarone il tempo delle narrazioni era finito: bisognava solo mettersi pancia a terra e raggiungere gli obiettivi. Picarone, che ha sempre preferito i fatti alle parole, allora afferrò il bandolo ed iniziò a sbrogliare la matassa. Nel 2019 la sanità uscì dal commissariamento “i Livelli Essenziali di Assistenza furono portati a livelli superiori della media nazionale e nonostante la fuoriuscita di 14mila unità non rimpiazzabili proprio perché era vietato assumere” mentre il bilancio fu risanato “e parificato dalla Corte dei Conti” oltre che “essere certificato dall’agenzia di rating Standard&Poors’”. Picarone spiega: “Il risanamento ha comportato il ripianamento anche dei bilanci precedenti. Sono provvedimenti fondamentali per liberare l’azione di governo regionale. Senza, non avremmo potuto ad esempio, bandire i concorsi per le assunzioni sia in Sanità che nella Pubblica amministrazione”.

RADICAMENTO – Qualsiasi altro Consigliere regionale avrebbe avuto enormi difficoltà nel declinare gli obiettivi strettamente tecnici ed amministrativi della Commissione Bilancio in azione politica sui territori. Anche perché, laddove si aprivano spiragli in tal senso, legittimamente la materia era fatta propria dall’assessore al Bilancio. Picarone invece non ha mai rotto il legame con il popolo. Cellulare acceso anche di notte, ha fatto proprie le istanze di Salerno e della sua provincia rispondendo puntualmente ad ogni richiesta, anche quando l’esito non poteva che essere negativo. Un lavoro realizzato in maniera discreta, senza mai ‘apparire’ per non rubare alcuna scena. Una fatica di cui però, per gli effetti determinati sui territori, hanno piena contezza le comunità di Salerno, di Cava de’ Tirreni, della Costiera, della Valle dell’Irno, dell’agro sarnese nocerino, dei Picentini, della Piana del Sele, del Cilento interno e costiero, del Vallo di Diano ma anche quelle delle altre quattro province campane.

UMILTA’ – Dato il presupposto seguire Picarone, nella campagna elettorale non è stato facile. A bordo della propria auto (oggi evidentemente da cambiare…) non ha mai rifiutato una richiesta di incontro: rispettato un’agenda fittissima ha voluto incontrare tutti senza fare differenze né di colore politico delle amministrazioni né di numero di partecipanti a riunioni sempre svolte in luoghi pubblici, aperte e volutamente organizzate ‘sotto la luce del sole’. Incontri autentici laddove, non di rado, si è appassionato quando si è imbattuto nel contraddittorio, sempre smontato attraverso argomentazioni di natura tecnica che ben supportavano la visione politica realizzata o in via di concretizzazione per quel territorio o quel comprensorio. “Negli ultimi tre mesi abbiamo percorso tra i 300 e i 500 chilometri al giorno” ha ammesso nella serata conclusiva della campagna elettorale svoltasi al Dolce Vita. Recuperate le energie, sulla propria seguitissima pagina facebook scrive: “È stata la campagna elettorale più tosta, la più combattuta, la più difficile. Tra distanziamenti e mascherine, centinaia di volti e tantissimi incontri. Abbiamo raccontato le cose che abbiamo fatto nei cinque anni del nostro governo regionale. Convincenti e credibili. La stragrande maggioranza vuole ancora De Luca e la sua squadra. Per me l’onore di aver raccolto più consensi e la responsabilità di essere ancora il più votato nella provincia di Salerno. Fiero di esserlo. Daremo continuità all’azione di governo per rafforzare il legame con il territorio e creare sviluppo e lavoro. Io ci sarò, come prima, più di prima”.

PROSPETTIVE – 21.180 voti non arrivano a caso, non li raccogli se non dai risposte, se non lavori bene, proficuamente ed in maniera certosina. Un patrimonio di consensi di portata enorme – il secondo più votato nella lista Pd, Simone Valiante, è a circa 10mila voti indietro – del quale Vincenzo De Luca non potrà non tenere conto.

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