De Luca annuncia la Zes: “Irno-Battipaglia-Eboli”. Su Apple: “Paghiamo noi le borse di studio”. I bilanci falsi e il bacio a Boccia – VIDEO

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Un saluto affettuoso a Vincenzo Boccia (il leader di Confindustria ricambierà’ dal palco introducendo una decina di concetti con un significativo “ha ragione De Luca…”) e poi via, al cospetto del ministro Padoan, ad illustrare le misure che il governo regionale ha pianificato per lo sviluppo della Campania. Teatro Augusteo di Salerno, assemblea pubblica di Confindustra sul tema “Fiducia ai Giovani”. L’assessore regionale alle attività produttive Amedeo Lepore gli è seduto di fronte: De Luca lo guarda, si ispira e dice: “Saremo la prima Regione a formalizzare le proprie Zes: tutte le aree portuali di Napoli, Castellammare e Salerno con i rispettivi retroporti individuati in Nola-Marcianise per Napoli, valle dell’Irno-Battipaglia-Eboli per Salerno”. Come ama fare, va  poi di sciabola: “La Regione ha immesso nel tessuto dell’economia 3.6 miliardi in un cotesto difficilissimo in quanto siamo chiamati a coprire un buco di bilancio di quasi 2.5 miliardi. Ma ripianeremo: abbiamo deciso di non presentare più bilanci falsi ma di fare i conti con entrate ed uscite ‘vere’ e di non spendere scaricando su chi verrà dopo”. Ancora: “Investire nelle imprese significa, per chi gestisce una Istituzione, fare una scelta morale: rinunciare ad utilizzare centinaia di milioni di euro per farsi le clientele e scommettere sul futuro delle giovani generazioni”. Il tema è l’emigrazione di ‘cervelli’. Si attribuisce allora il merito di aver portato Apple a Napoli per poi svelare: “Apple viene se vede capitale umano da formare ma anche se c’è chi finanzia le borse di studio. Le borse di studio le paga la Campania”. Immancabile la puntatina sui 5 Stelle (“noi non parleremo mai di reddito di cittadinanza che consideriamo una bestialità; siamo intenzionati a dare lavoro ai giovani, non assistenza”) prima di sferrare l’attacco politico più forte ai partiti della sua area: “L’Italia è un Paese costruito sulla misura del ‘non fare’ in cui è diventato difficile vivere da uomo libero senza fare parte di alcuna corporazione. Sulla palude burocratico-amministrativa si è registrato il vero fallimento di tutti i governi precedenti. Le dinamiche che questo groviglio impone ad un imprenditore somo materia completamente estranea alla classe dirigente e politica del nostro Paese a cui attribuisco, essendone parte, il 99% delle responsabilità”. Guarda Padoan e nel concreto, riferendosi al porto di Salerno, gli chiede: “E’ mai possibile che per il dragaggio, ossia per togliere la sabbia, l’iter autorizzativo impieghi sei anni? Ma come pensiamo di competere con Rotterdam, Anversa, Valencia?”. Attacca il Parlamento: “La vaghezza di alcune figure di reato è attribuibile al Legislatore: il Parlamento scarica su altri le proprie responsabilità determinando una condizione di assoluta paura in capo ad un dirigente pubblico che oramai non firma più una variante in corso d’opera”.

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