Commissario antiracket-choc: “Le banche negano i soldi agli usurati, non ai camorristi. Politica inquinata dal voto di scambio” 2 VIDEO

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Testimonianza per certi versi choccante del Commissario Antiracket e Antiusura della Regione Campania, Franco Malvano. Nella sala del Gonfalone del Comune di Salerno, a chiusura del convegno su “Legalità e Sicurezza” organizzato da Finetica Onlus e patrocinato da Regione Campania, IFEL Campania e dai Ministeri dell’Interno, Economia e Finanza, Istruzione Università e Ricerca, dice: “Conviene denunciare? Andatelo a dire a chi è minacciato dagli usurai, a chi vede il fallimento della sua azienda, a chi preferisce arrivare a suicidarsi. Cosa successa a Napoli, fatti per i quali chiesi al Questore di indagare. Oggi la Regione di De Luca, nei processi, si costituisce parte civile attraverso l’ufficio legale. Evenienza che ha un peso anche sul verdetto. La nostra presenza in aula determina spesso anche l’individuazione da parte dei Carabinieri dei parenti degli estorsori”. Sulle banche: “Una decina di anni fa fu firmato un accordo al Ministero dell’Interno con Banca d’Italia, Abi ed altri istituti di credito per garantire l’accesso al credito delle vittime dell’usura e del racket che vengono sostenute dalle Fondazioni. Le banche si presentarono spocchiosamente e firmarono. Eppure succede che, seppure le Fondazioni garantiscano fino al 90%, le banche si girino dall’altra parte. Invece se va la camorrista, che per garanzia mette la pistola sul tavolo o la fa vedere dalla cintura dei pantaloni, la banca ‘gli mette i soldi in mano’. A Napoli con l’Abi ho litigato”. Sposta il tiro sulle associazioni di categoria: “Molte volte sono completamente assenti. Vi racconto un episodio del 1982, allorquando dirigevo la Questura: mi riunii con gli orefici dell’omonimo borgo di Napoli: cercavo di convincerli a collaborare quando, in separata sede, uno di questi mi spiegò i motivi per cui sarebbe stata fatica inutile…”. Ancora: “Se si fa una riunione con gli imprenditori edili di Casal di Principe, non mi sorprenderei se tra i banchi sedesse qualcuno legato all’ambiente camorristico”. Racconta un aneddoto: “Provengo da una famiglia umile: quando ero a liceo il vocabolario di latino mi fu comprato da una signora vicina di casa che, per avere i soldi, ricorse ad un usuraio…”. Sulle circa 400 annue di denunce di usura: “Numeri sconfortanti anche perché gli strumenti di supporto alle vittime di usura ed estorsione ci sono”. Sulle responsabilità della politica: “I poteri non sono esercitati fino in fondo”. Sulla Campania in passato, Malvano ha denunciato gravi fatti. Oggi dice: “Il nostro territorio è condizionato dalla malavita organizzata. Purtroppo il sud soffre di questa presenza che, laddove la politica non riesce a creare un muro, si inserisce e condiziona attraverso il voto (di scambio) ripagato, dopo le elezioni, con la concessione di appalti, di benefici a determinati soggetti che, così, distruggono gli equilibri di mercato e dell’economia”. Il fenomeno è finito? Risponde: “Sarei un bugiardo se lo dicessi. Siamo in corso d’opera ma servono risorse per rafforzare certi organismi”.

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