Forza Italia, fuoco su Fasano e Carfagna. I frondisti: “Sarà debacle. Ci vedremo il 5 marzo…” 2 VIDEO

0

“Sono l’unico parlamentare di Forza Italia in Campania a non essere stato ricandidato; anche perché evidentemente non ho precedenti penali, non ho condanne…”. Il linguaggio sembra quello dei 5 Stelle; a pronunciare frasi che rigettano ombre lunghe sul partito di Berlusconi è però il senatore Franco Cardiello. Denuncia: “Non abbiamo condiviso le scelte delle candidature: il collegio per la Camera di Battipaglia ed Eboli, con oltre 100mila abitanti, è stato affidato a chi non è del luogo a fronte di una classe dirigente che invece ha sempre operato con profitto sul territorio: Mimmo Di Giorgio, Ernesto Sica o me, per esempio. Quali sono stati i criteri della scelta di Ciccone a Battipaglia? C’è stata a Napoli una spartizione del territorio con Cesaro che, con altri non salernitani, è stato qui candidato al Senato? Marzia Ferraioli che vive a Roma è stata candidata ad Agropoli contro Franco Alfieri: è un grande regalo fatto a De Luca. Il sindaco di Castellabate, Spinelli, ha ottenuto una candidatura in Cilento. Ma lui amministra un paese da 10 mila abitanti ed è stato posizionato su un territorio da mezzo milione dopo aver aderito a Forza Italia, oltretutto, negli ultimi giorni prima dell’inizio della campagna elettorale. Queste scelte mortificanti ci inducono a pensare che siamo allo sfascio totale: il primo a dimettersi dal partito è stato ieri sera il vice coordinatore provinciale Valentino Di Brizzi. Nei collegi ci sarà una catastrofe e noi annunciamo il disimpegno totale dalla campagna elettorale di un partito che in provincia di Salerno è diventato il feudo di Cesaro e dei fedelissimi della Carfagna”.

Domenico Di Giorgio rincara: “Forza Italia è un partito verticistico laddove pochi decidono per tanti: è successo in passato con Cosentino, si è ripetuto ora. Il rammarico è che, a fronte di studi che danno il partito vincente in tutti i collegi di Salerno, è stato commesso l’errore di candidature figlie di una indecente mediazione che ha mortificato la classe dirigente, garantito il posto a qualcuno e prodotto estremo imbarazzo sui territori. Dov’è possibile riscontrare i criteri di territorialità, competenza, appartenenza nella candidatura di Ciccone a Battipaglia? In quel collegio ho preso alle provinciali i voti che Ciccone dice di aver ottenuto per le regionali ma, evidentemente, candidando lui i vertici del partito hanno ritenuto che in quella parte di territorio non ci sia una classe dirigente degna di rappresentare il partito. Per noi è una mortificazione”. Ancora: “Qual è la ratio delle scelte fatte per il Cilento?”. L’attacco si fa virulento: “Mi piacerebbe comprendere i meriti delle azioni condotte in Parlamento di chi non si misura con il consenso da una vita e pensa di continuare a garantirsi attraverso questi meccanismi. Non mi sento rappresentato al Senato da chi fino all’altro ieri è stato oggetto della cronaca giudiziaria. Queste scelte sono la sintesi di una svendita e di un compromesso che ha solo garantito il posto a qualcuno. Scelte che spalancano le porte alla debacle del partito a favore dei 5 Stelle. La paternità della sconfitta è chiara. Restiamo in Forza Italia, ci vedremo il 5 marzo”. Posizioni simili sono state espresse dal consigliere comunale di Capaccio Paestum Giovanni Piano, dal coordinatore provinciale dei club Forza Silvio Damiano Cardiello, dal dirigente Gaetano Amatruda, seduti al tavolo.

Condividi.

Lascia un commento