VIDEO – Car-T. Lo scienziato Ghia: “Guarisce il 60-70% dei pazienti condannati a morte dal linfoma”

0

Paolo Prospero Ghia è professore ordinario di Medicina Interna presso l’Università Vita-Salute del ‘San Raffaele’ di Milano; Istituto per il quale è anche coordinatore scientifico dell’Unità Linfomi del reparto di Onco-ematologia e responsabile dell’Unità di ricerca neoplasie linfoide B, divisione di Oncologia molecolare. Il 17 novembre a Salerno, ospite dell’Associazione ‘Angela Serra per la ricerca sul cancro’ di Arturo Iannelli ha ricevuto, dal presidente nazionale professore Massimo Federico (ordinario di Oncologia medica – Dipartimento di Medicina diagnostica clinica e di Sanità pubblica dell’Università di Modena e Reggio Emilia) il Premio alla Ricerca Scientifica ‘Francesca Mancuso’.
Lo scienziato ha scelto proprio Salerno per illustrare le impressionanti evoluzioni delle cure sperimentali nelle terapie oncologiche. La sua testimonianza, preziosa e formativa, ha aperto il cuore alla speranza. “L’immunoterapia Car-T è stato il successo del 2018” ha detto subito. Immunoterapia Car-T è un innovativo trattamento del cancro che ha ottenuto il ‘via libera’ anche dalla Commissione europea. A fine agosto 2018, la Commissione ha autorizzando due ‘super farmaci’ per il trattamento di tumori del sangue. Uno dei due medicinali è tisagenlecleucel (nome commerciale Kymriah) che viene approvato con due indicazioni: per il trattamento di pazienti pediatrici e giovani adulti fino ai 25 anni con leucemia linfoblastica acuta (Lla) a cellule B refrattaria, in recidiva post-trapianto o in seconda o successiva recidiva; per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl) recidivante o refrattario, dopo due o più linee di terapia sistemica (fonte: ADNKronos).
Ghia ha quindi spiegato il meccanismo: “Il fine è di creare recettori che riconoscano le cellule tumorali linfomatose. I linfociti T vengono ‘caricati’ con i recettori – che sono virus modificati in laboratorio – perché siano impressi sulla superficie della cellula e ‘riconoscano’ quelle tumorali linfomatose”.
La procedura: “In qualche ora al paziente sarà drenato tutto il sangue, da cui saranno tolti i linfociti T poi  isolati e messi in coltura in laboratorio per circa tre settimane perché si espandano fino a diventare milioni. Quindi in essi viene inserito il recettore; poi tutto si reinietta nel paziente”.
I risultati: “I malati sottoposti a questa terapia che non muoiono di linfoma sono il 60%. In essi la malattia sparisce. Si tratta di pazienti per i quali hanno già fallito due-tre-quattro linee di terapie, che hanno fatto il trapianto di midollo. L’immunoterapia Car-T è una terapia sperimentale a cui sono stati sottoposti pazienti per i quali non c’era più molto altro da fare. Persone condannate a morte che, nella misura del 60-70% dei casi, in due anni si liberano della malattia. Si tratta di risultati assolutamente impressionanti”.

Condividi.

Lascia un commento