VIDEO – Porto di Salerno, decidono Roma e Napoli

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Il Porto di Salerno è collegato con le principali aree del mondo, garantendo servizi multifunzionali e veloci. Grazie all’elevato rapporto esistente tra merci movimentate e spazi disponibili, Salerno è uno dei porti più efficienti e dinamici in Europa e rappresenta un importante snodo delle Autostrade del Mare. Si colloca tra i primi regional port per la movimentazione di container e tra i primi hub per le autovetture nuove. I traffici di merci e passeggeri sono in costante crescita grazie all’attivazione di nuove linee regolari e ai lavori di modernizzazione delle infrastrutture portuali”. La descrizione dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno centrale disegna il destino dello scalo: il futuro avrà colori, ‘odori’ e rumori di tir, tir e ancora tir per buona pace degli abitanti dei rioni Porto, Olivieri, via Monti e Canalone.
Macro aree omogenee – A Salerno le banchine sono pubbliche, la suddivisione degli spazi portuali è netta e appare stabile e protratto nel tempo il numero delle ditte che quegli spazi impegnano. I 37.143 mq di molo III Gennaio/banchina Ligea  sono riservati alle merci varie; i 120.975 mq del molo Trapezio ai containers; gli 80.975 mq della banchina rossa/molo di ponente ai rotabili delle Autostrade del mare. Nella suddivisione per macro aree omogenee non entrano, formalmente, i comparti ‘crocieristico’ e del trasporto passeggeri (collegamenti intercostieri delle vie del mare), della pesca e del diporto.
Eppure proprio sul questi ultimi settori la città potrebbe costruire una propria fetta di sviluppo. A patto che, però, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e AdSP decidessero di comprimere il comparto delle Autostrade del mare in favore di un allargamento di quelli crocieristico e delle vie del mare.
Autostrade del mare – Il video girato domenica 27 gennaio dimostra quanto la pratica possa essere differente dalla realtà: la nave Ro-Ro della Grimaldi è attraccata al molo III Gennaio, alla cui radice scarica decine e decine di tir che poi, unendosi a quelli sbarcati dalle altre due navi arrivate al molo di ponente, risalgono il viadotto verso le autostrade, ogni giorno in uno con i 350 autoarticolati operanti negli altri due settori portuali. Centinaia di tir in uscita, altrettanti in discesa (per imbarcarsi) che, legati a tempi molto contingentati, quotidianamente impegnano le strade della città aumentando i livelli di insicurezza del viadotto Gatto, intasando il traffico, lasciando inquinamento ambientale (smog e decibel) e null’altro: probabilmente neppure il costo di un caffè o il pieno di gasolio di un serbatoio. Il beneficio è degli armatori mentre quello residuale ricadente sugli operatori portuali impegnati nelle manovre di carico e scarico dei rimorchi senza motrici è probabilmente soccombente rispetto al disagio creato alla città.
MIT e AdSP  – Secondo l’attuale programma di governo dello scalo, lo sviluppo del crocierismo è legato alla doppia operazione dell’allungamento del molo Manfredi e dell’escavo, mentre la questione dei tir si risolverà con la costruzione di Porta Ovest. Si tratta di infrastrutture necessarie ed impellenti ma che prevedono scadenze a lungo termine (sarebbe poi interessante scoprire cosa intende l’AdSP quando, alla voce ‘trasporti terrestri’ scrive di un ‘collegamento su ferro ai terminal ferroviari’).
Il MIT considera ‘strategico nazionale’ il porto di Salerno: una piattaforma intermodale necessaria allo sviluppo delle Autostrade del mare con la conseguenza che il diritto al collegamento nord-sud Italia prevale su quello della comunità ad autodeterminare il proprio destino. Da Napoli l’AdSP non fa una piega.
Gli spazi – Passasse, politicamente, la linea del potenziamento del crocierismo si dovrebbe invece dar luogo ad una riorganizzazione degli spazi e delle aree omogenee secondo la più ovvia delle logiche: l’attracco di ponente del molo III Gennaio – quello con il pescaggio di 10 metri – alle navi da crociera per la costruzione di un formidabile bacino logistico in pieno centro (con tale offerta aumenterebbero, di certo, i contratti con le grandi compagnie di settore); il trasferimento del comparto delle merci varie al molo di ponente, laddove potrebbe rimanere il pontone per un solo attracco delle Autostrade del mare. Alla politica l’onere di disegnare scenari futuri: su questo fronte quella salernitana è completamente assente. Deputati e senatori non sensibilizzano il ministro; da Napoli la visione dell’AdSP nulla prevede in direzione di questo coraggioso sviluppo; dalla Regione al Comune l’argomento non entra nell’agenda: guardano Ro-Ro e tir ma demandano le teorizzate soluzioni ai progetti finora rimasti, perlopiù, nei rendering. Il porto, allora, resta un corpo estraneo alla città, per buona pace degli abitanti dei rioni Porto, Olivieri, Canalone, via Monti e di tutti coloro che ogni giorno in quelle centinaia di camion vedono un’occasione sprecata.

In basso l’immagine tratta dal sito dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale

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1 commento

  1. Non mi convince la decisa affermazione: tir, tir, ancora tir. Le frequenti interruzioni di traffico da essi prodotti nella percorrenza del Viadotto Gatto, ma anche in zona Canalone e agli svincoli autostradali, dovrebbe far mitigare un po’ certi ottimismi. Del resto anche con la Porta Ovest i grossi autoveicoli confluiranno sui suddetti svincoli. Quindi che l’apertura delle gallerie di bypass del tracciato a monte possa essere effettivamente risolutiva della questione tir, sarà una soluzione tutta da verificare.
    Quanto al collegamento su ferro ai terminal ferroviari, immagino che se ne avverta finalmente l’impellente necessità. Se lo scenario futuro è un forte incremento di arrivi di navi anche di grosso tonnellaggio, occorre che il collegamento viario con i territori retroportuali sia affiancato da un efficiente collegamento su rotaia. Questo si ottiene mediante lo scavo di una idonea galleria che permetta di superare l’ostacolo collinare assistente alle spalle del porto.