Sea Watch 3, la Guardia Costiera spegne i motori. La reazione: “Pressioni politiche”

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Butta male per la Sea Watch 3, la nave battente bandiera olandese ormeggiata nelle calme acque del porto di Catania. Effettuato lo sbarco delle 47 persone extracomunitarie raccolte nel Mediterraneo, la nave è stata sottoposta ad alcuni controlli, i cui esiti sono così ufficialmente raccontati dalla Guardia Costiera: “Nella giornata di ieri, la nave Sea Watch 3 ha fatto ingresso nel porto di Catania dove ha provveduto allo sbarco dei 47 migranti presenti a bordo. Al termine delle operazioni di sbarco, gli ispettori della Guardia Costiera di Catania, militari specializzati del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera in sicurezza della navigazione, sono saliti a bordo della Sea Watch 3 per eseguire una verifica tecnica sulle condizioni della nave ai sensi della UNCLOS (La Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare). Dell’attività è stata informata l’Olanda, quale Amministrazione di bandiera dell’unità. Durante l’attività ispettiva sull’unità Sea Watch 3, certificata quale pleasure yacht, intervenuta da ultimo nell’evento SAR dello scorso 19 gennaio, sono state rilevate una serie di non conformità relative sia alla sicurezza della navigazione che al rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino, che non permettono la partenza dell’unità fino alla loro risoluzione. Tali non conformità dovranno essere risolte anche con l’intervento dell’Amministrazione di bandiera, in cooperazione con gli ispettori specializzati  della Guardia Costiera e il 6° Reparto – Sicurezza della Navigazione del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera. Fino alla loro risoluzione, l’unità non potrà lasciare il porto di Catania”.
Non si è fatta attendere la risposta, via Twetter, della SEa Watch 3: “La Guardia Costiera ci notifica il blocco per non conformità su sicurezza navigazione e normativa ambientale. Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l’attività di soccorso in mare”.

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