Livorno. Tunisino tenta di sgozzare la moglie italiana. La sfregia alla testa e al volto, 60 giorni di prognosi. Fugge verso Milano, arrestato a Genova

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Un maghrebino tenta di uccidere la moglie italiana. Stavolta è accaduto a Livorno. I fatti li racconta la Questura labronica: “La Polizia di Stato ha raccolto il lavoro degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Livorno che, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, nella giornata del 03 aprile hanno tempestivamente assicurato alla giustizia un  tunisino 28enne, regolare sul territorio nazionale, pluripregiudicato anche per gravi reati, in quanto ritenuto responsabile del tentato omicidio aggravato commesso, tra l’altro, con crudeltà e per futili motivi, posto in essere all’alba del 02 aprile ai danni del coniuge N. G., cittadina italiana,  con cui sono in corso le pratiche di separazione. La vittima è stata attesa sotto casa, in zona La Rosa, al rientro dopo un’uscita con le amiche ed è stata aggredita a sorpresa. Dopo l’iniziale agguato avvenuto per strada, la persona offesa ha cercato di trovare rifugio a bordo della propria autovettura ma tale intento non ha sortito gli effetti sperati perché il reo sfondava il finestrino dell’auto e infieriva con ancor maggiore crudeltà verso l’inerme vittima. L’aggressione è quindi proseguita anche con l’utilizzo di una bottiglia di vetro che era nell’immediata disponibilità del reo e che è stata appositamente spaccata per terra al fine di usarne il collo rotto in modo da aumentarne l’azione lesiva rivolta principalmente al capo ed al volto della vittima. L’azione criminosa veniva interrotta per cause indipendenti dalla volontà del reo. Difatti, soltanto il tempestivo intervento dei genitori della persona offesa che, nell’estremo tentativo di richiamare l’attenzione di terzi, suonava insistentemente il clacson dell’autovettura, metteva in fuga l’aggressore che faceva perdere le sue tracce. La vittima veniva immediatamente ricoverata in codice rosso presso il locale nosocomio da cui veniva successivamente dimessa con una prognosi iniziale di 60 giorni per numerose ferite multiple al volto ed alla testa. Le immediate ricerche dell’uomo, effettuate nei luoghi solitamente frequentati dallo stesso, davano esito negativo. Pertanto, data l’urgenza, si attivava d’intesa con l’Autorità Giudiziaria un’articolata e complessa attività d’indagine nel corso della quale si apprendeva che il reo stava per darsi alla fuga, verosimilmente a mezzo di un treno diretto verso il Nord Italia. Il predetto veniva quindi prontamente rintracciato grazie all’efficace condivisione informativa tempestivamente realizzata con personale del Compartimento Polizia Ferroviaria Liguria che localizzava il fuggitivo mentre stava scendendo alla stazione ferroviaria di Genova – Piazza Principe dal treno Frecciabianca su cui era salito alla stazione di Pisa. Con sé al momento del fermo aveva, tra l’altro, il passaporto, la carta di identità, il permesso di soggiorno, circa 800 euro in contanti, un voluminoso trolley contenente numerosi abiti ed effetti personali, il titolo di viaggio per la tratta appena compiuta e quello relativo al tragitto da Genova a Milano, il cui treno era in imminente partenza. Pertanto, valutata la gravità dell’addebito nonché rilevati i gravi indizi di colpevolezza, la pericolosità sociale, la capacità a delinquere ed il progetto di fuga del soggetto, l’uomo veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto e, come disposto dalla competente A.G., veniva associato presso la Casa Circondariale ‘Marassi’ di Genova. Nei prossimi giorni l’uomo comparirà davanti al G.I.P. del Tribunale di Genova per la convalida del fermo”.

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