Adescano e inviano materiale pedopornografico a bambina salernitana. Arrestati un 40enne milanese e un 47enne marocchino

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Sono stati i genitori, con la loro prontezza e con una buona dose di decisionismo, a mettere fine alle attività pedopornografiche di un milanese e di un marocchino che avevano intrappolato la loro figlia, ingenua come tutte le bambine undicenni.  A raccontare i particolari della scabrosa vicenda è il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, Corrado Lembo: “Questa mattina su delega della Procura della Repubblica di Salerno, uomini della Polizia giudiziaria e della Squadra mobile hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura della custodia in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Salerno a carico di Michele Crisapulli, 40 anni, abitante a Milano e di Moulay Lhasane Bougafou, marocchino 47enne abitante a Barletta, entrambi gravemente indiziati dei reati di atti sessuali con minorenne, produzione di materiale pedopornografico, corruzione di minorenne. Moulay Lhasane Bougafou è altresì indagato per aver dichiarato false generalità alla Polizia giudiziaria in occasione della sua identificazione”. In merito alla vicenda, comunica: “Le indagini a carico dei due indagati sono state avviate nello scorso mese di marzo in seguito alla presentazione in Procura di una denuncia da parte di due genitori i quali avevano scoperto che la loro figlia, una bambina di appena 11 anni residente in provincia di Salerno, aveva intrapreso numerose conversazioni attraverso Whatsapp con due uomini adulti dal chiaro ed inequivocabile contenuto sessuale con scambio di materiale pedopornografico quali foto, video e messaggi vocali. Le indagini svolte dalla Polizia di Salerno anche mediante l’analisi dei tabulati e delle conversazioni avvenute tramite le applicazioni ‘Whatsapp’ e ‘Facebook’ hanno consentito di individuare in Michele Crisapulli e in Moulay Lhasane Bougafou (quest’ultimo già condannato alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione per il delitto di violenza sessuale su minore avvenuta in provincia di Padova), gli autori dei reati. In occasione delle perquisizioni effettuate nelle abitazioni dei due indagati sono stati rinvenuti i telefoni cellulari utilizzati per scambiare il materiale pedo-pornografico, nonché altri supporti informatici in fase di analisi”.

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