L’appello del migrante Camara: “Grazie Italia ma ora aiuta il mio Paese”. La lettera al medico chirurgo missionario Mallamaci

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Toccante serata organizzata dall’assessore al Comune di Ascea Vincenzo Pizza per la presentazione del libro di Erminia Dell’Oro “Il mare davanti” al Palazzo De Dominicis. Alla presenza del Sindaco di Ascea Pietro D’Angiolillo e di un numeroso pubblico la scrittrice ha parlato della storia di un giovane migrante raccontata nel libro.

Vincenzo Mallamaci, medico chirurgo missionario e presidente dell’associazione ‘E ti porto in Africa’, ha portato le sue esperienze emozionandosi quando Camara Corka, migrante dal Gambia ospitato presso il del Centro Accoglienza di Ascea, al termine dell’intervento sulle vere problematiche dell’Africa sconosciute spesso anche ai mass media, gli ha consegnato una lettera di denuncia, affidandogliela con la sua fiducia, sicuro che l’avrebbe resa pubblica. “Lo farò, mio caro Corka! Gli ha assicurato il medico.

Di seguito, la lettera.

Di Camara Korka*

Siamo africani, siamo contenti di esserlo. I nostri paesi sono belli, sono gioiosi, pieni di vita ma sfortunatamente non abbiamo i buoni capi. Un giorno qualcuno mi ha chiesto come mai sei venuto in Italia, perché non sono rimasto al Paese mio. Ha ragione perché le nostre nazioni sono ricchi di risorse naturali come oro, diamanti, gas. La terra è fertile per l’agricoltura, ci sono fiumi, c’è mare, ci sono grandi foreste e quasi tutti i tipi di animali. L’Africa è un Continente che può nutrire il mondo intero ma noi povera gente, suoi figli, viviamo altrove!

Sono gambiano, ho vissuto tutta la mia vita nel buio, nella schiavitù, nella molestia dei diritti umani: nle mio Paese giornalisti, dottori, insegnanti, contadini, autisti non hanno il diritto di lamentarsi quando non hanno la corrente elettrica o l’acqua potabile o da mangiare. E sono loro che pagano le tasse.

Un piccolo Paese dove gli abitanti, meno di due milioni, vivono sotto un Governo che non rispetta i diritti, che è ingiusto con il suo popolo e che nei suoi riguardi prende decisioni, a volte senza giudicare, a volte senza motivi. La libertà è la cosa più importante al mondo e per essa non c’è prezzo. Se si hanno grandi ricchezze ma non si è liberi, la ricchezza diventa inutile. Noi preferiamo la povertà della libertà alla ricchezza nella schiavitù. Non voglio che mio figlio nasca schiavo. Noi non richiamo le nostre vite soltanto per vivere meglio ma, soprattutto, per vivere laddove i diritti umani sono rispettati.

Ascoltando le notizie, in questi giorni vi sarete accorti che il Presidente ha perso le elezioni ma non vuole lasciare il potere e che l’esercito è con lui. Dopo 22 anni di potere, lui vuole continuare a maltrattare il suo popolo. Adesso rischiamo di andare in guerra contro il nostro Presidente ed il suo esercito ma abbiamo vissuto per 22 come schiavi. Ora basta.

Voglio ringraziare gli italiani che ci hanno salvato la vita; voglio ringraziare tutti coloro che salvano bambini, donne e uomini in mare: i poliziotti e la guardia costiera. Ringrazio il Governo italiano.

Voglio ringraziare Mama Enza, Ferdando, Pino, Dionigi, Carmine, Anna, Marianna, Touray, Rosanna, Ebrhim e Dorin per il buon lavoro che stanno facendo per noi ospiti. Non è facile gestire tanta gente di differente nazionalità. Ci vuole pazienza e queste persone ce l’hanno, sono magnifiche. Grazie, infine, a tutto il paese di Ascea per l’aiuto che la popolazione ci ha riservato.

*Migrante dal Gambia, ospitato presso il centro di accoglienza di Ascea (Sa)

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