SALERNO, 24 ARRESTI. IL PROCURATORE LEMBO: “ASSOCIAZIONE MAFIOSA”

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Importante operazione anticamorra dei Carabinieri. Il Procuratore della Repubblica Corrado Lembo firma la seguente nota stampa della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno: “Nelle prime ore della mattina a Salerno, Acerno, Battipaglia, Bellizzi, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Nocera Inferiore, Olevano sul Tusciano e Pontecagnano Faiano (Sa) i Carabinieri del locale Comando Provinciale, con il supporto del Nucleo cinofili di Sarno (Sa) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, su richiesta di questa Procura della Repubblica – nei confronti di 24 indagati (23 tradotti in carcere ed 1 agli arresti domiciliari) ritenuti responsabili, a vario titolo, di ‘associazione di tipo mafioso’ (ex art. 416 bis c.p,), ‘associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti’ (ex art. 74 DPR 309/90) ed una molteplicità di cosiddetti ‘reati –fine’ con l’aggravante del ‘metodo mafioso’. Contestualmente è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altre 69 persone indagate, a vario titolo, per gli stessi reati.

I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine – denominata Omnia – avviata nel gennaio 2011 e condotta dal Nucleo Investigativo del citato Comando provinciale e dalla Compagnia di Battipaglia, che ha portato a cristallizzare gli assetti della criminalità organizzata nell’area a sud della provincia salernitana. Va sottolineato che l’indagine nell’ambito della quale è stato emesso il provvedimento si innesta nel medesimo filone investigativo in cui, di recente, è stata data esecuzione ad altra ordinanza di custodia cautelare (Operazione Perseo). Entrambi i procedimenti infatti hanno ad oggetto un clan camorristico operante a Battipaglia, Bellizzi e nei Comuni dei monti Picentini e della Pina del Sele (Sa) che agisce in continuità criminale con lo storico clan Pecoraro-Renna. Più nello specifico, come campo d’azione e di interesse criminale, due sono i filoni principali dell’indagine che fanno da architrave della ricostruzione fornita dalla polizia giudiziaria operante sotto la direzione di questa DDA. Il primo denota i profili di assoluto interesse circa le linee di sviluppo e di tendenza del fenomeno criminale accertato, da cui emerge un particolare profilo di pericolosità delle condotte delittuose segnalate: esso infatti ruota attorno alla conquista manu militari del settore economico legato al trasporto dei prodotti ortofrutticoli della Piana del Sele. Si tratta di un comparto strategico per lo sviluppo dell’intera economia del territorio, in gran parte basata sulla produzione agricola e quindi sul trasporto dei frutti della stessa: quindi di rilevanza economica enorme, nell’ambito del quale vengono investiti milioni di euro ogni anno ed il cui  controllo oltre a rendere incredibili guadagni, determina inevitabilmente una egemonia complessiva del gruppo persino sullo sviluppo imprenditoriale dell’intero territorio di influenza. In questo caso la ‘conquista’ del settore imprenditoriale in questione è stata compiuta mediante l’imposizione di società divenute espressioni imprenditoriali dei principali esponenti del gruppo, attraverso la violenta intimidazione:

  • sia di possibili concorrenti, come nel caso della gambizzazione del gestore di altra società d’agenzia di trasporto del territorio, perpetrata addirittura nonostante l’appartenenza del titolare della stessa a circuiti criminali camorristici di rilievo, approfittando evidentemente proprio dello stato di detenzione dello stesso;
  • sia dei soggetti imprenditoriali intenzionati a sottrarsi al controllo criminale del settore, come nel caso di titolari di gruppo imprenditoriale di notevole struttura economica, ripetutamente colpito:
  1. sia in quanto originario dell’agro nocerino e quindi colpito per l’intenzione di affermarsi nel settore dei trasporti nella zona Pontecagnano-Bellizzi-Battipaglia a scapito dei trasportatori locali;
  2. sia per aver tentato di sottrarsi alla imposizione dell’agenzia di intermediazione nei rapporti con i produttori.

Da ciò scaturiva una miriade di atti intimidatori perpetrati ai danni di mezzi e uomini del gruppo nonché ai danni dei produttori intenzionati a rivolgersi a quest’ultima ditta per il trasporto dei propri prodotti.

Il secondo filone d’indagine ruota invece attorno al controllo da parte dello stesso gruppo del sempre lucroso traffico di sostanze stupefacenti.  Anche qui l’egemonia viene affermata innanzitutto approfittando dell’assenza dal territorio dei precedenti referenti, in virtù del loro stato di detenzione.

Quindi si è assistito nel corso delle investigazioni al controllo sistematico del settore mediante l’imposizione della tipologia di sostanza stupefacente da spacciare e la suddivisione del territorio in zone affidate a singoli sottogruppi responsabili delle stesse, seppure assolutamente riconducibili ed inquadrati in un unico gruppo d’appartenenza. Numerosi sono i riferimenti emergenti dalle indagini, oggetto di valutazione sia dal punto di vista di una ricostruzione esatta del fenomeno criminale, da cui sembrerebbe emergere una unitarietà tra tutti i gruppi esistenti nelle diverse propaggini territoriali, in termini di ‘Sistema Salernitano’ complessivo e non più articolato in singoli gruppi contrapposti tra loro.

In particolare, l’attività investigativa, svolta attraverso metodi tradizionali supportati da attività tecniche e mirati servizi dinamici, resi ancor più difficili a causa del contesto territoriale, ha consentito di documentare le responsabilità degli indagati in ordine:

  • a plurime richieste estorsive, atti intimidatori con finalità estorsive (mediante incendi, danneggiamenti, gambizzazioni ed esplosioni di colpi di arma da fuoco) e condotte di concorrenza sleale, consumati ai danni di ditte di autotrasporto e imprenditori agricoli della Piana del Sele, avvalendosi di due ditte di autotrasporto riconducibili al sodalizio;
  • a quattro estorsioni consumate nel 2011 in danno di due imprenditori agricoli di Pontecagnano Faiano e di due titolari di imprese edili di Bellizzi e Montecorvino Rovella;
  • a due rapine a mano armata avvenute, rispettivamente, nel 2011 all’interno di un’abitazione di Giffoni Sei Casali e nel 2012 in una sala bingo di Battipaglia;
  • a quattro furti di autovetture con conseguenti richieste estorsive per la restituzione dei veicoli (cavalli di ritorno), consumate nel 2012 in Bellizzi, Montecorvino Rovella e San Mango Piemonte;
  • alla gestione delle ‘piazze’ di spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana, approvvigionate a Napoli, Torre Annunziata e in Spagna) nei Comuni di Salerno, Acerno, Battipaglia, Bellizzi, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano e Pontecagnano Faiano, attraverso 8 sottogruppi organizzati;
  • A una serie di gambizzazioni e aggressioni violente poste in essere nei confronti di pusher che operavano autonomamente nei predetti Comuni e non intendevano allinearsi alle regole del “sistema”, al fine di imporre il monopolio della gestione dello spaccio attraverso i menzionati sottogruppi.

L’attività ha consentito, inoltre, di individuare:

  • un giro di prostituzione all’interno di un complesso turistico alberghiero della litoranea di Pontecagnano Faiano, fittiziamente intestato a due soggetti incensurati, dove venivano fatte alloggiare decine di donne dell’est Europa, le quali vi esercitavano attività di meretricio e corrispondevano al clan somme di denaro quantificate in 50 euro giornaliera per ogni camera occupata e 30 euro per ogni cliente ospitato;
  • l’intestazione fittizia, a favore di un soggetto incensurato, di un bar di Bellizzi riconducibile al clan, al cui interno veniva anche gestita una bisca clandestina, i cui proventi erano destinati al medesimo clan.

Nel corso dell’indagine sono state arrestate – in flagranza – 15 persone e sono stati sequestrati 3 chilogrammi di hashish, 12 grammi di cocaina, 5 pistole e varie munizioni”.

La Procura della repubblica presso il Tribunale di Salerno ha diffuso le seguenti foto:

 

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