Reggio. Confisca per 84.3 mln. De Raho: “Patrimoni dalla ‘ndrangheta all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni tolti alla criminalità organizzata”

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Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma (S.C.I.C.O.) hanno eseguito, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, una misura di prevenzione sia personale (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza) che patrimoniale, disposta dalla locale Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale “nei confronti di 11 persone, tra le quali sono annoverati alcuni soggetti gravemente indiziati di appartenere alle cosche di ‘ndrangheta ‘Morabito’ ed ‘Aquino’ ed imprenditori a queste contigui”, spiega il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. Che continua: “Nell’occasione sono state confiscate, in provincia di Reggio Calabria, otto società commerciali, comprensive dei rispettivi compendi aziendali consistenti in ingenti patrimoni immobiliari (82 beni immobili, 4 veicoli) e rapporti finanziari per un valore stimato pari a circa 84,3 milioni di euro. Tra i beni oggetto di confisca si annoverano anche noti complessi edilizi residenziali tra cui ‘San Rocco 1’ e ‘Residence Vittoria’, siti in Bianco (RC), ‘Palm View’, sito in Bruzzano Zeffirio (RC) e ‘Stignano Mare’, ubicato nel medesimo Comune. Il provvedimento giudiziario in rassegna costituisce l’epilogo, sotto il profilo dell’aggressione patrimoniale ai beni riconducibili alla criminalità organizzata, di una articolata indagine (operazione Metropolis) coordinata dalla menzionata Direzione Distrettuale Antimafia, e condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria – G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, in sinergia con lo S.C.I.C.O. e con il Gruppo di Locri.
Le investigazioni si concludevano nel 2013 con l’esecuzione di 20 provvedimenti restrittivi personali nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, tra gli altri, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso e di intestazione fittizia di beni. In relazione a tali esiti, la stessa D.D.A. delegava alla Guardia di Finanza ulteriori indagini a carattere patrimoniale volte all’individuazione – ai fini della possibile applicazione di una misura di prevenzione – dei beni mobili ed immobili riconducibili a:

– Rocco Morabito – figlio del boss Giuseppe Morabito detto ‘Tiradritto’ – attualmente detenuto;  Fausto Ottavio Strangio, Daniele Scipione, Sebastiano Vottari, intranei alla cosca di ‘ndrangheta ‘Morabito’ operante nel territorio di Africo (RC);
– Rocco Aquino, attualmente detenuto, Francesco Arcadi e Domenico Vallone, soggetti intranei alla ‘locale’ di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Ionica (RC);
– Sebastiano Sisto Strangio, Giuseppe Carrozza, Domingo Bernal Diaz e Sagredo Lamberti, imprenditori indicati quali contigui alla ‘ndrangheta.

Le conseguenti puntuali investigazioni, condotte dalle Fiamme Gialle attraverso la ricostruzione e l’analisi di ogni singola transazione economica e finanziaria operata dai proposti, dalle società a loro riconducibili e dai rispettivi nuclei familiari negli ultimi 20 anni, hanno consentito l’individuazione di enormi patrimoni, dei quali i proposti risultavano disporre direttamente o indirettamente, e il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi. Venivano altresì evidenziate le fonti illecite dalle quali gli indagati avevano tratto le risorse per l’acquisizione di detti patrimoni. Alla luce di tali risultanze, su richiesta della stessa Direzione Distrettuale Antimafia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ordinava:

– nel 2014, l’applicazione della misura ablativa del sequestro su beni mobili, immobili e societari per un valore complessivo pari a 419 milioni euro;
– nel settembre 2016, l’applicazione della misura personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica sicurezza, per la durata di tre anni nei confronti dell’imprenditore Antonio Cuppari, nonché la confisca di beni mobili, immobili e societari, al medesimo riconducibili, per un valore complessivo di circa € 217.450.000,00.

Con l’odierno provvedimento, la stessa Sezione Misure di Prevenzione ha disposto la confisca di beni mobili, immobili e societari, riconducibili ai soggetti sopra citati, per un valore complessivo di circa € 84.300.000, nonché l’applicazione della misura personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica sicurezza nei confronti di :

– Rocco Morabito e Rocco Aquino per la durata di cinque anni;
– Daniele Scipione, per la durata di quattro anni;
– Fausto Ottavio Strangio, Sebastiano Vottari, Francesco Arcadi e Domenico Vallone, per la durata di tre anni.

Tra gli immobili oggetto di confisca si annoverano le seguenti 8 società commerciali, comprensive del capitale sociale e patrimonio aziendale:

– MARIAGE di Romeo Paola & C. S.n.c., con sede legale in Bovalino (RC);
– Bella Calabria 2005 S.r.l., con sede legale in Bianco (RC);
– B.C. Immobiliare S.r.l., con sede legale in Bianco (RC);
– CA.GI.MM. S.a.s. di Scipione Daniele & C, con sede legale in Bovalino (RC);
– Metropolis 2007 S.r.l., con sede legale in Bianco (RC);
– Corsilope Italia S.r.l., con sede legale in Reggio Calabria (RC);
– Hit Store S.a.s. di Antonio Vallone & C., con sede legale in Marina di Gioiosa Jonica (RC);
– Open Space One di Vallone Antonio & C. S.a.s. con sede legale in Bovalino (RC).

L’amministrazione dei beni e delle società sopra indicate sarà conferita all’“Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.

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