Finanza, Polizia, Carabinieri: illegalità dilagante da nord a sud. Le operazioni delle ultime ore

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GdF Bologna. Confiscati beni per 1.2 mln (tra cui una Ferrari) ad evasore fiscale “socialmente pericoloso” – I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione, tra Bologna e Milano, ad un decreto di confisca di prevenzione emesso dal locale Tribunale nei confronti di un imprenditore, già rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica di Bologna e condannato ad un anno e undici mesi di reclusione per “associazione a delinquere”, per essere stato promotore ed organizzatore di un sodalizio dedito alla “frode fiscale”. Il Comando provinciale felsineo spiega: “ In particolare sono stati acquisiti al patrimonio dello Stato due aziende, un appartamento, due garages, un magazzino, tre autovetture (tra le quali una Ferrari F430 Coupè), tre motocicli e quindici rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 1.200.000 euro. Il provvedimento eseguito rappresenta il secondo atto di un procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali antimafia, nel cui ambito il Tribunale di Bologna aveva già accolto e disposto, nel mese di novembre del 2016 il sequestro dei citati beni. Nel corso delle investigazioni patrimoniali che hanno dato avvio al complesso iter giudiziario conclusosi con la confisca odierna, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna avevano, infatti, concentrato la propria attenzione investigativa sull’imprenditore il quale, come amministratore di fatto e socio occulto di alcune società ‘cartiere’, aveva fornito sistematicamente fatture per operazioni inesistenti a una società con sede in Valsamoggia (BO), una S.r.l. operante nel settore del ‘commercio all’ingrosso di articoli di cancelleria e per l’ufficio’ coinvolta in un meccanismo di frodi all’I.V.A. comunitaria (cd. ‘frode carosello’). Le indagini di polizia economico-finanziaria condotte dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) di Bologna hanno, quindi, permesso di riscontrare come il soggetto presentasse un profilo reddituale dichiarato al Fisco sproporzionato rispetto all’elevato tenore di vita e ai beni posseduti che sono stati di conseguenza confiscati in quanto ritenuti acquisiti con proventi frutto di evasione fiscale. Ora questi patrimoni potranno essere gestiti dall’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati che ne curerà la destinazione e il riutilizzo a fini sociali. L’odierna operazione, denominata ‘TAX CRIME’, rappresenta un ulteriore intervento del Corpo, alla sede di Bologna, finalizzato all’aggressione, con misure di prevenzione, di patrimoni illecitamente accumulati da ‘soggetti fiscalmente pericolosi’, ovvero da coloro i quali, lungi dall’essere occasionali evasori, vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio reddito dai proventi dell’attività criminale di sistematica inosservanza di norme penali tributarie”.

 GdF Udine. Arrestato pusher marocchino – Nonostante la condizione di arrestato domiciliare, peraltro dotato di braccialetto elettronico, continuava a gestire, grazie al supporto del suo coinquilino e di un’amica, l’abituale attività di spaccio di stupefacenti. E.H.A., marocchino di 24 anni, noto nell’ambiente criminale con lo pseudonimo di “stellina” per un vistoso tatuaggio sullo zigomo, è stato tradotto, in carcere, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Udine, per aver violato le condizioni della misura restrittiva ed aver continuato a commettere gravi reati. L’indagine era partita lo scorso gennaio, quando una pattuglia di Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine aveva notato, in orario notturno, uno strano andirivieni di persone ed auto in un piccolo parco cittadino. Il controllo dell’area, operato per più giorni, aveva, alfine, permesso di scoprire, nascosti sotto una grossa pietra, sei etti di hashish, incellofanati e pronti per lo smercio, e di qualità tale, dalle analisi eseguite, da poterne ricavare oltre 2.400 dosi, per un controvalore di circa 20.000 euro. Grazie all’identificazione dei responsabili dell’occultamento – un giovane friulano ed una ragazza marocchina, entrambi residenti in Udine – operata dalla ricostruzione dei passaggi anomali di persone ed auto nel periodo monitorato, i militari hanno appurato l’illecita vendita di altri due etti della stessa sostanza ed hanno individuato l’effettivo manovratore dello spaccio, un marocchino di 24 anni, sottoposto agli arresti domiciliari, per un altro fatto di droga, in un’abitazione vicina al luogo di stoccaggio condivisa, proprio, con il giovane italiano già denunciato. L’avvio di una non semplice indagine tecnica, particolarmente complicata per l’obbligata permanenza dell’uomo dentro l’appartamento ha permesso, da un lato, di acquisire importanti elementi a conferma della riconducibilità della droga al nordafricano e, dall’altro, di appurare come, questi, sistematicamente, in violazione delle prescrizioni impostegli dalla sua qualità di arrestato domiciliare, ricevesse persone in casa, anche pregiudicate, e conversasse, con il cellulare del suo coinquilino, con amici e conoscenti. La segnalazione delle risultanze investigative ed il comportamento beffardo tenuto dal marocchino, hanno convinto il Giudice dell’inidoneità della misura già applicatagli, determinandolo ad ordinarne l’immediata associazione alla Casa Circondariale di Udine.

GdF Livorno. Picchia la compagna e detiene illegalmente pistola con 29 proiettili. Arrestato – Nel corso di ordinaria attività di servizio finalizzata al contrasto dell’uso e del traffico di sostanze stupefacenti presso la locale stazione ferroviaria, i militari del Comando Provinciale di Livorno, allertati da un passante, sono intervenuti, nella serata del 18 aprile scorso, per porre fine ad una colluttazione tra un uomo di 48 anni, di nazionalità italiana, e una donna romena, 34enne, a bordo di un’autovettura posteggiata in luogo non distante dal posto di controllo dei finanzieri. I due, che stavano discutendo con toni piuttosto accesi e recavano già graffi ed escoriazioni sul viso e sulle braccia, venivano identificati e separati dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Livorno. In particolare, la donna riferiva ai militari di essersi recata, poco prima, presso l’ufficio postale, sito nei pressi della Stazione, per effettuare un prelevamento di contanti allo sportello bancomat, unitamente all’uomo, suo compagno, al quale, durante il tragitto, aveva manifestato la volontà di interrompere la relazione sentimentale. L’uomo – a dire della donna – in evidente stato di collera, l’avrebbe minacciata e, dopo aver gettato il cellulare in uso alla stessa dal finestrino dell’autovettura, avrebbe iniziato a colpirla sul volto e sui polsi, nel tentativo di immobilizzarla e non farla scendere dall’auto. Considerata l’entità degli ematomi e delle escoriazioni, la donna veniva prontamente accompagnata presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Livorno, ove veniva dimessa con una prognosi di sei giorni di riposo. La medesima sporgeva, quindi, querela nei confronti del compagno, per il reato di lesioni personali lievi, accennando, nella circostanza, a analoghi episodi di violenza subiti in passato. Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Livorno, veniva effettuata dai finanzieri una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del soggetto, ove veniva rinvenuta una Pistola Walther modello 4, unitamente a 29 munizioni calibro 7,65, sottoposte a sequestro in quanto dal medesimo detenute illecitamente, in violazione della normativa sulle armi (il soggetto non aveva il porto d’armi né risultava aver denunciato il possesso di alcun tipo di arma). Immediatamente sono scattate le manette per l’uomo, che era già stato destinatario, nel 2015, di un provvedimento di divieto di detenzione d’arma, per assenza dei requisiti previsti dalla normativa, con l’obbligo di cedere, vendere o rottamare le armi in suo possesso; su disposizione del Procuratore Capo della Repubblica, il 48 enne è sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, convalidati dal giudice in sede di udienza in data 21 aprile. Tale arresto rappresenta il frutto degli incentivati servizi di controllo del territorio avviati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza labronica, al fine di fornire risposte alle istanze di sicurezza dei cittadini livornesi.

GdF Agrigento. Cane fiuta mezzo chilo di droga. Arrestato gambiano – Non si ferma il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti di più larga diffusione tra i giovani nella città dei templi, il cui contrasto richiede tuttora lo sforzo continuo e diuturno delle unità specializzate della Compagnia della Guardia di Finanza di Agrigento. In particolare, nella serata di mercoledì 19 aprile, alla stazione dei pullman di Piazzale Rosselli, l’infallibile fiuto di “Tasco”, cane antidroga di stanza presso le Fiamme Gialle di P.zza San Giacomo, consentiva ai Finanzieri della Compagnia di Agrigento di arrestare in flagranza di reato tale J. E., cittadino del Gambia di venti anni, il quale, in arrivo da Palermo, portava con sé oltre mezzo chilo di sostanza stupefacente. Il corriere era residente a Palermo ma abitava, di fatto, a Porto Empedocle, ed era in possesso di un permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari. Inutile è stato far finta di nulla per il giovane africano; la sua sorte era già segnata nel momento in cui il finanziere a quattro zampe è saltato a bordo dell’autobus, ha individuato la busta con la droga da spacciare (5 panetti di hashish e circa 20 grammi di Marijuana) e la ha ricondotta al suo proprietario prima ancora che quest’ultimo potesse avanzare la benché minima reazione. Sequestrato lo stupefacente, i militari hanno subito provveduto a sottoporre a minuziosa perquisizione sia il giovane che il suo domicilio, arrestato e messo a disposizione del Magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Agrigento, Dott. Andrea Maggioni, in attesa dell’udienza per la convalida dell’arresto che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni.

GdF Sassari. Scoperti tre evasori totali. Affari per 3.2 mln, evasione Iva da 250 mila – Continua incessante l’azione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Sassari nella lotta al sommerso d’azienda, che al termine di diverse e articolate attività di polizia tributaria hanno individuato tre società operanti sul territorio olbiese che negli ultimi anni non hanno presentato le previste dichiarazioni dei redditi, configurandosi quali evasori totali. In particolare, i finanzieri del Gruppo di Olbia, dopo un attento screening dei soggetti operanti nella propria circoscrizione, sono riusciti a risalire alle tre posizioni in argomento, che si presentavano tutte con caratteristiche simili in quanto, sebbene operassero regolarmente conseguendo importanti ricavi, erano in realtà da diverso tempo sconosciute al Fisco. I soggetti economici in argomento, in particolare, gestivano rispettivamente una nota struttura ricettiva, i trasporti di sughero per società del settore, e la fornitura di servizi di pulizia a diverse strutture ricettive della Costa Smeralda e del territorio nazionale. Le attività ispettive permettevano di evidenziare che le tre società non avevano provveduto a dichiarare complessivamente operazioni attive per circa 3.200.000 euro, cui corrisponde un I.V.A. dovuta alle casse dello Stato di oltre 250.000 euro. Il rappresentante della società operante nel settore delle pulizie è stato altresì segnalato alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di omessa dichiarazione, sia ai fini delle imposte dirette che dell’I.V.A., previsto dall’art. 5 del D.lgs. 74/2000. Allo stesso è stato contestato di non aver provveduto ad effettuare i previsti versamenti delle ritenute operate nei confronti dei propri dipendenti, per circa 50.000 euro. Il contrasto al sommerso d’azienda costituisce una linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo, non solo per i profili strettamente connessi al recupero dei tributi sottratti al bilancio dello Stato e degli enti locali, ma anche perché consente di arginare la diffusione dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese che operano nella piena e completa osservanza della legge e le cui prospettive di sviluppo sul mercato sono seriamente compromesse da chi svolge “attività in nero”.

Polizia Genova. 10 chili di droga in auto. Arrestata 51 enne – Ieri sera, intorno alle 19.30, la squadra investigativa del Commissariato Prè ha proceduto al controllo di un’autovettura ferma in via Jori poiché, a seguito di un’attività d’indagine, si sospettava che con quel veicolo fossero trasportati ingenti quantitativi di stupefacente dalla Lombardia a Genova. A bordo due donne italiane in palese attesa, R.R. di 51 anni e R.S. di 33, quest’ultima con la figlia di 4 anni. Durante il controllo la 51enne, proprietaria dell’auto, ha riferito con assoluta calma di trovarsi a Genova con l’amica e la bambina, provenienti da Novi Ligure, per effettuare acquisti all’IKEA, mantenendo un comportamento tranquillo e distaccato, senza tradire alcuna emozione, probabilmente confidando che la presenza della piccolina costituisse una sorta di lasciapassare ad eventuali controlli da parte delle Forze dell’ordine. Nonostante il “quadretto” apparentemente innocuo, i poliziotti hanno proceduto comunque alle verifiche del caso, chiedendo alla conducente di aprire il vano bagagli dell’auto. Solo a tale richiesta la donna ha sembrato tradire preoccupazione. Sotto a varia attrezzatura edile ed a qualche tappeto, i poliziotti hanno rinvenuto due scatole di cartone, chiusa dal nastro adesivo, al cui interne erano celate diverse “piastre” di hashish. Gli esami di laboratorio hanno confermato la natura dello stupefacente, hashish, per un peso di oltre 10 chilo ed un valore al dettaglio di circa 100 mila euro. La 51enne è stata arrestata, mentre la giovane mamma è stata deferita in stato di libertà.

Carabinieri Roma. Acquisti con soldi falsi, denunciati due nullafacenti – Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione Roma San Giovanni hanno denunciato a piede libero, due romani, 23enni, entrambi nullafacenti, responsabili di ricettazione e spendita di banconote false in concorso. La settimana scorsa i due hanno acquistato, tramite un annuncio pubblicato on line su un noto sito internet, un telefono di ultima generazione che hanno pagato con delle banconote false da 50 euro. La vittima, uno studente romano di 21 anni, rientrato a casa si è reso conto che i 250 euro ricevuti erano falsi, così ha cercato di individuare i due malviventi controllando tra i vari annunci pubblicati sullo stesso sito. Scorrendo i vari annunci ne ha notato uno che pubblicizzava la vendita di uno smartphone identico al suo, con tanto di foto. Il ragazzo si è recato dai Carabinieri per denunciare l’accaduto, e d’accordo con i militari è stato organizzato un incontro per effettuare una nuova vendita. Questa volta però grazie all’intervento dei Carabinieri i due 23enni sono stati bloccati e trovati in possesso di altre 5 banconote false, dello stesso taglio delle prime, cioè da 50 euro. Addosso ai due, i militari hanno rinvenuto anche altri 3 telefoni cellulari dei quali non hanno saputo fornire l’esatta provenienza. Le banconote sono state sequestrate mentre, sono in corso degli accertamenti per risalire ai proprietari dei cellulari trovati nella disponibilità dei due.

Polizia Roma. Pistola e 1 chilo di cocaina a San Basilio. Arrestato – Un seminterrato utilizzato come deposito e base per lo spaccio della sostanza stupefacente. E’ quanto gli agenti della Polizia di Stato del commissariato San Basilio, diretto dal dr. Massimiliano Maset, hanno scoperto nel corso di una operazione finalizzata al contrasto dello spaccio di droga . Appostamenti hanno portato, ieri, la squadra di polizia giudiziaria, sulle tracce di una macchina, pedinata fino ad un seminterrato. Qui è sceso dall’auto un uomo con le stampelle che si è diretto verso l’ingresso.  Gli agenti, quindi, con un rapido accertamento sulla targa, sono risaliti a un 41enne, con numerosi precedenti di polizia per reati in materia di stupefacenti. Indosso all’uomo, identificato per E.L., gli investigatori hanno trovato la chiave dello scantinato, che è stato quindi sottoposto a perquisizione Nel locale, all’interno di una cassaforte, sono stati rinvenuti 1kg di cocaina, 27 cartucce calibro 9×21, una pressa artigianale per il confezionamento in panetti della cocaina, 3 bilancini digitali di precisione, sostanza da taglio, 240 grammi di hashish e una grossa quantità di materiale idoneo al confezionamento della sostanza stupefacente. Dalla perquisizione personale dello spacciatore, gli agenti sono poi riusciti a recuperare altri 50 involucri contenenti cocaina e due “stecche” di hashish. Al termine degli accertamenti, il pusher, indagato in stato di arresto per il reato di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente è stato associato presso la casa circondariale di Regina Coeli.

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