VIDEO – Dinamite, arsenale e droga in un garage di Reggio Calabria

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Ancora un durissimo colpo alle organizzazioni criminali reggine inferto dai militari del
Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria. Infatti, a distanza di qualche giorno da ulteriori quattro sequestri di armi e droga e di altrettanti arresti in flagranza di reato operati in città e a Villa San Giovanni dai Reparti dipendenti dal Gruppo Reggio Calabria, anche grazie – ancora una volta – all’infallibile fiuto dei cani antidroga, i militari della locale Compagnia territoriale hanno individuato e contestualmente sottoposto a sequestro un vero e proprio store dell’illecito.
Il resoconto è dell’Ufficio Operazioni del Comando Provinciale Guardia di Finanza Reggio Calabria: “Nello specifico, nel corso di un’attività di controllo economico-finanziario del territorio, i finanzieri hanno proceduto, d’iniziativa, all’arresto in flagranza di reato di un
reggino di 31 anni che, in un garage di cui era affittuario, deteneva oltre due chili e
mezzo di esplosivo, 1.100 grammi di cocaina, 14 tra mitragliatrici, pistole e fucili e oltre
500 cartucce. L’operazione repressiva si inserisce nell’ambito di un più ampio piano straordinario di controllo economico-finanziario del territorio, disposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, eseguito mediante penetranti e pianificate attività di monitoraggio delle aree e degli snodi stradali, ferroviari e marittimi maggiormente a rischio, nonché delle attività commerciali presenti sull’intero territorio della provincia, preventivamente oggetto di specifiche analisi e selezione.
In particolare, i militari delle Fiamme Gialle, coadiuvati da unità cinofile del Corpo, a seguito
di intense attività di appostamento e osservazione, concentravano la loro attenzione su un
complesso condominiale situato in un quartiere della città ad altissima densità criminale,
in termini sia di microcriminalità, sia di criminalità organizzata. Venivano pertanto avviate delle attività di ispezione e perquisizione di tutti i garage pertinenti alle abitazioni del complesso condominiale preventivamente individuato.
Grazie a un minuzioso e pratico sforzo di pianificazione operativa e di coordinamento tattico di intervento, gli operanti procedevano, quasi contemporaneamente, a ricostruire le posizioni di proprietà giuridica e di disponibilità di fatto relative ai numerosi garage oggetto di attenzione investigativa. Immediatamente dopo questa preliminare fase di accertamenti prodromici, i finanzieri attivavano il successivo step d’intervento, dando materiale avvio a ispezioni e
perquisizioni presso tutti i garage del condominio.
Le impeccabili modalità operative adottate, nonché il fiuto investigativo degli operanti
consentivano l’individuazione di un garage, formalmente di proprietà di una persona
(risultata essere del tutto estranea alla vicenda) ma materialmente nella disponibilità dell’affittuario. All’apertura del garage  veniva trovato un apparentemente innocuo concentramento di materiale di vario tipo (prevalentemente costituito da ammassi di maglie,
magliette, t-shirt e lenzuola), sovrastato da un soppalco non facilmente accessibile.
Con una ricerca più approfondita, al piano superiore ricavato venivano ritrovati, nascosti
tra i numerosi articoli di abbigliamento, svariati imballaggi di confezionamento per
sostanze stupefacenti, molti dei quali riportanti evidenti e vistosi residui di cocaina,
nonché un panetto della medesima sostanza stupefacente integro, ancora imballato.
La svolta, però, si è verificata appena effettuato l’accesso, non del tutto agevole, al soppalco: qui, dinanzi agli occhi dei finanzieri, si stagliava un’immagine degna dei più fantasiosi cult del cinema d’azione: un rifornitissimo market del crimine. Sul pianale di legno del soppalco artigianale venivano infatti ritrovati, nel complesso, oltre due chili e mezzo di esplosivo (gelatina-dinamite, con relativa miccia e con relativo detonatore), un panetto da 1.100 grammi di cocaina riportante impresso uno dei classici simboli della massoneria (incentrato su un gioco a incastro di figure rappresentanti una squadretta, un occhio ed un compasso), due pistole mitragliatrici, sei fucili da caccia, un fucile a canne mozze, quattro pistole semiautomatiche, una  pistola a tamburo, due strozzatori per fucile da caccia e oltre 500 cartucce di varia tipologia.
Il potenziale offensivo di questo arsenale, risulta, a dir poco, stupefacente: la maggior parte
delle armi rinvenuta è risultata essere rubata, circostanza sintomatica sia della sistematicità d’azione dei detentori del materiale bellico rinvenuto, che dell’estrema pericolosità dei loro chiari intenti criminali.
La natura e la quantità dell’ingente quantitativo di armi ed esplosivo ritrovati hanno, sin da
subito, fatto presumere che il tutto potesse essere parte della potenza di fuoco di un’unità
locale del gruppo criminale organizzato. Altrettanto sbalorditiva è stata la modalità di detenzione, quasi indisturbata, in un garage del centro cittadino, soprattutto alla luce degli accertamenti tecnici condotti in merito ai 2,39 chilogrammi di esplosivo ritrovati: si trattava infatti di gelatina dinamite a base di nitroglicerina, un esplosivo ad altissimo potenziale, particolarmente sensibile che, dopo la campionatura, è stato immediatamente distrutto, poiché col tempo, decomponendosi, diventa altamente instabile. L’esplosivo rinvenuto, unitamente alla miccia a lenta combustione e al detonatore sequestrati, se assemblati correttamente, si sarebbero potuti utilizzare per la realizzazione di un cosiddetto I.E.D. (Improvised Explosive Device) con elevatissime capacità di offensività.
Al termine delle operazioni, l’uomo reggino veniva tratto in arresto in flagranza di reato
e tradotto in carcere, così come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, prontamente notiziato degli eventi. L’attività di controllo economico-finanziario del territorio, unitamente al contrasto degli illeciti in materia di sostanze stupefacenti, esplosivi ed armi e, più in generale, dei traffici illegali, rientra tra i prioritari compiti della Guardia di Finanza, la quale costantemente opera a salvaguardia della vita umana, concorrendo a tutelare l’ordinata e civile convivenza sociale e la sicurezza pubblica”.

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