Furia-De Luca: attacca Conte e ‘segnala’ De Magistris a Prefetto e Questore

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Chi lo conosce sa che per scatenare la sua reazione bisogna sfilargli dalle dita le leve del controllo, sfidarlo. E sabato, Vincenzo De Luca, si è scatenato. Attraverso due dichiarazioni emesse in rapida successione critica sia le decisioni del sindaco del Comune di Napoli che del Presidente del Consiglio dei Ministri. Pur evolvendo sull’assunto giornaliero della media di un decesso e di una decina di nuovi positivi a fronte di circa cinquemila tamponi effettuati, la sua critica ha un risvolto politico non sottovalutabile: De Luca appare deluso da Conte per il rinvio delle elezioni regionali al prossimo autunno (“se apriamo tutto non si comprende perché non andare alle urne a luglio”) mentre con De Magistris si danno battaglia da tempo: in fin dei conti è l’elettorato di Napoli che decide l’elezione o la bocciatura dei candidati alla carica di Governatore.

Sulle decisioni del Governo, dice: “Apprendiamo che ci si avvia dalla prossima settimana a una ripresa della mobilità generalizzata tra le regioni. La Campania è da sempre impegnata a tutela dell’unità nazionale. Abbiamo riconfermato la nostra solidarietà incondizionata ai nostri concittadini della Lombardia e al Presidente Fontana rispetto ad aggressioni che nulla hanno a che vedere con un dibattito politico e di merito civile. Noi non abbiamo dimenticato neanche per un attimo la tragedia immane che ha colpito tanti territori lombardi e tante famiglie. Ciò premesso, riteniamo di dover sottolineare che davvero non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio. Si ha la sensazione che per l’ennesima volta si prendono decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi ma sulla base di spinte e pressioni di varia natura. Si poteva decidere semplicemente – togliendo i nomi delle regioni – che i territori nei quali nell’ultimo mese c’era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato (200 – 250 – 300…) fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo. Se la mia regione avesse ancora oggi un livello di contagio elevato non esiterei a chiedere io, per un dovere di responsabilità nazionale, una limitazione della mobilità per i miei concittadini. Ciò detto, valuteremo le decisioni del governo se e quando saranno formalizzate. Adotteremo, senza isterie e in modo responsabile, insieme con i protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici”.​

Su De Magistris la denuncia promette travalicare, addirittura, i confini del campo politico: “Vincenzo De Luca ha scritto al Prefetto, al Questore e al Comandante della Polizia Municipale di Napoli in riferimento all’ordinanza sindacale n.248 del 29 maggio 2020 recante prescrizioni in evidente contrasto con l’Ordinanza regionale n.53; l’atto è stato inviato per conoscenza anche al Ministro dell’Interno e all’Anci”, fa sapere l’ufficio stampa della Regione. In tema di attività dei bar De Magistris ha di fatto – con proprio atto – liberalizzato ciò che De Luca ha stringentemente disciplinato.  “Tale provvedimento – scrive De Luca – è palesemente illegittimo, non soltanto per carenza di potere – in quanto assume a proprio presupposto una situazione di crisi epidemiologica che coinvolge l’intero territorio regionale e detta disposizioni i cui effetti si riverberano ben oltre i confini del territorio comunale – ma altresì e soprattutto per violazione di legge. In particolare per evidente violazione della norma di cui all’articolo 3, comma 2 del decreto-legge numero 19 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge numero 35 del 2020, a tenore del quale ‘i Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali e regionali, né eccedendo i limiti di oggetto di cui al comma 1′. In considerazione della espressa sanzione della inefficacia dei provvedimenti sindacali adottati in contrasto con le misure regionali vigenti, inefficacia sancita direttamente dalla richiamata disposizione di legge, si sollecitano gli Organi dello Stato, le Forze dell’Ordine, la Polizia Municipale a predisporre tempestivamente ogni misura volta a garantire il rispetto rigoroso dell’Ordinanza regionale da parte degli operatori coinvolti. Comportamenti diversi configurerebbero, a tutta evidenza, omissioni rilevanti anche sul piano penale, oltre che in relazione agli aspetti di tutela sanitaria”.

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