Battaglie legali e sentenze storiche: l’ascesa dell’avvocato Laudando

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Vincere non è solo un obiettivo, è una responsabilità. Per l’avvocato Antonio Laudando, ogni causa vinta rappresenta un passo avanti verso una giustizia concreta e accessibile, capace di migliorare davvero la vita delle persone. Con oltre l’80% di esiti favorevoli, centinaia di contenziosi conclusi con successo e sentenze che fanno giurisprudenza, oggi il suo nome è sinonimo di rigore, competenza e risultati.

41 anni, originario di Acerra, Laudando guida una delle realtà legali più dinamiche del Sud Italia. Lo studio, con sede principale all’Isola F12 del Centro Direzionale di Napoli, è strutturato come una Srl tra avvocati: una scelta innovativa che unisce efficienza, trasparenza e solidità aziendale. “Detengo il 96% delle quote e i nostri bilanci sono pubblici”, sottolinea.

Nel tempo ha costruito una squadra di 12 professionisti, altamente specializzati in ambiti diversi del diritto: famiglia, lavoro, previdenza, tutela dei consumatori, sanità, fiscalità. È anche partner del Sole 24 Ore per i servizi legali e fiscali e responsabile giuridico di numerosi CAF e patronati distribuiti sul territorio nazionale. Questo legame operativo con il tessuto sociale e fiscale del Paese gli consente di intercettare in anticipo i problemi reali dei cittadini, trasformandoli in soluzioni concrete.

Due segretarie gestiscono il flusso quotidiano delle pratiche, mentre una rete di medici legali affianca lo studio nei casi più complessi: malasanità, chirurgia estetica errata, diagnosi sbagliate, trasfusioni anomale. Il principio che guida ogni incarico è chiaro: Con la fiducia del cliente e la mia passione possiamo fare la differenza”, dice.

Tra le tante cause simbolo, spicca quella da 5 milioni di euro contro INPS e INAIL, vinta a favore di una società campana; ma anche il contenzioso che ha impedito all’INPS di compensare un debito in assenza di un quadro normativo chiaro: sentenze che oggi vengono citate nelle aule di tribunale come precedenti autorevoli.

Commovente e significativa anche la recente sentenza che ha riconosciuto un risarcimento di un milione e mezzo di euro a una famiglia colpita da un dramma profondo: la perdita di una persona cara a seguito di una trasfusione di sangue infetto. L’avvocato Laudando spiega: Si tratta di un verdetto che non potrà mai restituire ciò che è stato tolto ma che rappresenta un atto di giustizia e un riconoscimento concreto delle responsabilità del Ministero della Salute. Un risarcimento che, pur nel dolore, ha segnato un punto di svolta nella vita della famiglia, restituendo almeno in parte dignità e verità”.

Attivissimo anche nel campo delle cosiddette “cartelle pazze”, ogni anno segue circa duemila ricorsi contro la Pubblica Amministrazione, con un tasso di successo dell’80%.

Il suo modo diretto e trasparente di comunicare il diritto ha conquistato anche i social. Su TikTok, l’avvocato Laudando è seguito da oltre 80.000 follower, con video che hanno superato i 2 milioni di visualizzazioni, a conferma di un approccio comunicativo moderno e accessibile. Molto attivo anche il profilo facebook.

Ma dietro il professionista c’è anche un uomo appassionato e presente. Il figlio di sette anni è il suo punto fermo quotidiano, mentre il calcio, sua grande passione, lo ha portato anche a ricoprire il ruolo di presidente dell’Acerrana, la squadra della sua città.

E se oggi Antonio Laudando è tra gli avvocati più richiesti e rispettati, il merito non è solo delle sue vittorie ma della coerenza etica con cui porta avanti ogni battaglia. “Avevo dieci anni quando furono uccisi Falcone e Borsellino. Quel dolore mi ha segnato e mi ha spinto a scegliere da che parte stare. La giustizia non è un mestiere: è una missione”.

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