Contraddizione-Italia: Salerno costretta a ‘sbarcare’ migranti e a blindarsi contro il terrorismo islamico

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“Stanno vincendo loro”, dice Ernesto, uomo di mezz’età, ben vestito e con valigetta portadocumenti. Probabilmente fa il manager o è un professionista. Va veloce ma, quando vede il grosso camion scaricare tra i negozi i new jersy si ferma e, chieste sommarie informazioni ai vigili urbani motociclisti in servizio, commenta abbastanza stizzito mentre riprende la rapida camminata: “Avevamo due soluzioni: o blindarci o cacciarli. Abbiamo scelto la prima decidendo di tenerci tutti gli stranieri che decidono di venire in Italia. Io non sono d’accordo…”. Va via ma la sua riflessione resta. Siamo a Salerno, in piena city: il Corso Vittorio Emanuele, isola pedonale che inizia dalla centralissima stazione ferroviaria e prosegue fino a fondersi con via Mercanti nel cuore del centro storico, lunga circa 3 chilometri, da oggi non avrà più varchi liberamente accessibili (ai residenti, ai furgoni per il carico e scarico delle merci, alle auto di servizio, alle macchine dirette ai garage ecc…). Il Comune, in ottemperanza al decreto-Minniti sull’innalzamento dei livelli di sicurezza nelle aree a forte concentrazione di persone licenziato all’indomani dei vili attentati di Barcellona, ha deciso di adottare un piano di blindatura che, però, sarà realizzato in due step. Si inizia con il chiudere alcune vie carrabili attraverso barriere anti-camion: da piazza Vittorio Veneto non si entrerà più ma quella parte di Corso sarà percorribile all’incontrario dall’incrocio di via Santissimi Martiri (che, nelle intenzioni, dovrà essere controllato dalle forze di sicurezza); in via De Bartolomeis (altro varco) i new jersy hanno lasciato aperto il passaggio per auto e furgoni che, in occasioni particolari, sarà però ostruito da autoblindo strategicamente piazzati. E così via. Ordinariamente il Corso avrà la metà degli accessi bloccati, l’altra presidiata. In occasione delle grandi iniziative popolari, i varchi secondari saranno totalmente chiusi ed in quelli principali che resteranno aperti sarà rafforzata la vigilanza armata. Stessa logica ed uguali interventi nella parallela isola pedonale del lungomare. Il primo test sarà il 21 settembre quando, in occasione della festività patronale di San Matteo (con solenne processione), nella city e nel centro storico si prevede l’arrivo di circa 100mila fedeli da tutt’Italia. Un paio di mesi si ritorno alla normalità e poi l’inizio dell’oramai nota manifestazione internazionale delle Luci d’Artista che, stabilmente, richiama in città due milioni di visitatori fino a gennaio. In mezzo il consueto concerto di Capodanno in piazza Amendola con un cast di artisti internazionali. “Salerno era una città sicura, lo sarà ancor di più dopo la realizzazione del piano anti-terrorismo attraverso l’apposizione di queste barriere”, rassicura il sindaco Enzo Napoli. “La sicurezza – continua – rappresenta una priorità assoluta del Comune di Salerno specialmente in occasione di eventi e manifestazioni che determinano in città la presenza di migliaia di turisti e visitatori come avverrà, ad esempio, in occasione delle ormai imminenti celebrazioni patronali e di Luci d’Artista”. Al suo fianco l’assessore alla mobilità Mimmo De Maio, spiega: “L’installazione dei dissuasori è stata programmata in maniera tale da assicurare il complesso equilibrio tra le esigenze prioritarie di sicurezza e lo svolgimento delle attività commerciali, i diritti di mobilità veicolare dei residenti ed autorizzati, il transito dei mezzi di soccorso ed assistenza”.

 

Emerge, forte, una contraddizione tutta italiana: Salerno è nona città italiana per sbarchi (5.065 migranti nel 2017), primo porto dopo quelli di Sicilia e Calabria, con gli stessi numeri di Lampedusa. Salerno accoglie migliaia di migranti però è costretta a blindarsi contro il terrorismo islamico. Resta allora il sapore amaro della frase di Ernesto: “hanno vinto loro…”.

 

 

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