Rapina con inseguimento e coltello, Carabinieri catturano egiziano pregiudicato

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Brillante operazione dei Carabinieri della Compagnia di Salerno: arrestato un extracomunitario diciannovenne “indiziato di delitto per il reato di rapina aggravata in concorso e lesioni personali” spiega il Comando provinciale, che aggiunge: “H.A.A., pregiudicato egiziano senza fissa dimora, lo scorso 27 marzo in piazza della Concordia, armato di coltello, con tre complici in corso di identificazione, dietro minaccia dell’arma aveva costretto un 25enne e una 29enne della provincia di Avellino a consegnargli una borsa, contenente due telefoni cellulari e denaro. Nel corso dell’azione delittuosa la donna, datasi alla fuga unitamente al ragazzo e inseguita dai malviventi, a causa di una caduta aveva riportato lesioni giudicate guaribili in sette giorni dai sanitari dell’ospedale”. Sporta la denuncia, la svolta arriva poche ore dopo: “I Carabinieri, nel pomeriggio di ieri, in Corso Garibaldi, dopo aver bloccato durante un predisposto servizio perlustrativo lo straniero, corrispondente alla descrizione fornita in sede di denuncia, procedevano alla acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza del luogo del reato e alla individuazione di persona da parte delle vittime, raccogliendo inconfutabili elementi di colpevolezza a suo carico. Il fermato veniva poi tradotto presso la locale Casa Circondariale”.

Truffatore napoletano – Sempre ieri, giovedì, lo steso Comando provinciale eseguiva “un’ordinanza di custodia cautelare, emessa per i reati di truffa aggravata in concorso dal G.I.P. presso il Tribunale di Salerno su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico del 45enne M.G., pregiudicato residente a Napoli, già ristretto presso la locale casa circondariale per analogo reato. L’uomo, il 29 dicembre 2017, in via D. Vietri, dopo essersi presentato presso l’abitazione di una pensionata 86enne, si era fatto consegnare 8.000 euro in contanti, gioielli e orologi, dall’anziana donna, precedentemente contattata telefonicamente da due complici, in corso di identificazione, che si erano qualificati rispettivamente come avvocato e come poliziotto e che le avevano riferito che solo elargendo il denaro e i preziosi ad un loro incaricato avrebbe potuto evitare l’arresto di un suo nipote, asseritamente ristretto presso la locale Questura per aver causato un sinistro stradale nel quale era deceduto un uomo. Le investigazioni compiute, grazie alla visione delle immagini di tutti i sistemi di videosorveglianza pubblici e privati estrapolati, alla attenta escussione a sommarie informazioni della vittima e all’analisi dei tabulati telefonici, avevano consentito di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza a carico dell’arrestato”.

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