Si ammalò in ‘missione di Pace’: premio Isfoa al colonnello Carlo Calcagni

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Carlo Calcagni, colonnello appartenente al Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano, sarà tra i 25 privilegiati prescelti destinatari del prestigioso Premio Internazionale Isfoa alla Carriera XVI Edizione – Anno 2020 che si svolgerà a Milano.
Carlo Calcagni è campione mondiale paralimpico, eroe dei tempi attuali che ha racchiuso nel messaggio “Mai Arrendersi” il suo vissuto e la sua capacità di affrontare la malattia e le cure devastanti in modo esemplare. Elicotterista e Vittima del Dovere, ammalatosi per causa e fatti di servizio durante la missione Internazionale di pace nel 1996 nei Balcani, in Bosnia, ha saputo trasformare la sua tragedia in forza di volontà e di coraggio, riuscendo ad ingannare anche la morte.
Classe 1968, si è arruolato l’8 gennaio 1988 ed ha  frequentato il 130esimo Corso Allievi Ufficiali di Complemento presso la Scuola di Fanteria e Cavalleria di Cesano di Roma. Ufficiale di 1° nomina alla Scuola di Paracadutismo di Pisa.
Nel 1989 partecipa al concorso per pilota osservatore di elicotteri e, vincitore, frequenta il 27esimo Corso Ufficiali Piloti Militari di Elicottero per circa 6 mesi presso la Scuola di Volo dell’Aeronautica Militare a Frosinone, completando l’iter presso il centro dell’Aviazione dell’Esercito a Viterbo dove prosegue gli studi per un altro anno e mezzo circa conseguendo tutte le abilitazioni e specializzazioni, classificandosi al primo posto alla fine del lungo e selettivo corso di pilotaggio.
Grazie al primo posto in graduatoria viene accolta la sua richiesta e trasferito presso il 20° Gruppo Squadroni “Andromeda” di Pontecagnano–Salerno.
Subito dopo la strage di Giovanni Falcone viene impiegato in Sicilia dove resta per circa due anni presso l’aeroporto di Bocca di Falco, Palermo, per l’attività di ordine pubblico “Vespri Siciliani” svolgendo circa trecento ore di volo in missioni di scorta e trasporto Magistrati, ricognizioni e pattugliamenti.
Successivamente fa parte del personale impiegato nell’operazione “Partenope” in Campania e nell’operazione “Riace” in Calabria (Aspromonte) distinguendosi sempre per la disponibilità e professionalità, come testimoniano gli elogi conferitigli dai Comandanti che lo hanno avuto alle proprie dipendenze.
Dopo aver partecipato anche in missioni internazionali prima in Turchia e successivamente in Albania, nel 1996 è inviato in missione internazionale di pace in Bosnia-Erzegovina a Sarajevo in qualità di pilota, l’unico del contingente Italiano; durante la missione, in diverse occasioni, recupera feriti e salme durante il servizio ‘Medevac’; per questa particolare e rischiosa attività svolta con impegno e coraggio, gli vengono riconosciuti due elogi ed un encomio per “aver svolto così bene ed in sicurezza le numerose attività di soccorso meritando il plauso e la stima indistintamente di tutte le Forze Armate presenti in zona di operazioni, dando lustro all’Esercito Italiano e facendo ben figurare l’Italia in contesto internazionale”. Attestazioni determinanti al fine del riconoscimento della causa di servizio. Purtroppo nessuna medaglia è stata conferita per questo particolare impegno per il quale ha riportato un’invalidità permanente del 100%.
Ha sempre praticato attività sportiva agonistica, fregiandosi di 15 titoli di campione Italiano di ciclismo su strada e facendo sempre ben figurare l’Esercito che puntualmente rappresenta nei Campionati Nazionali Interforze che vincerà ogni anno di partecipazione, tanto da essere premiato nel 2001 dal Capo di Stato Maggiore della Difesa in una cerimonia solenne svoltasi a Roma, come “migliore atleta dell’Esercito Italiano”.
Nel 2000 viene selezionato e risulta tra i tre candidati a partecipare al corso istruttori piloti che supererà brillantemente: è trasferito presso il Centro dell’Aviazione dell’Esercito a Viterbo per essere impiegato in qualità di istruttore ed insegnante di volo.
Purtroppo nel 2002, ricoveratosi per accertamenti, scopre di essere gravemente malato ed inizia un lungo e sofferto ‘calvario’ caratterizzato da una grande ed inesauribile forza d’animo che non lo ha mai abbandonato.
Nel 2005 ottiene il riconoscimento della malattia dipendente da causa di servizio; successivamente e a domanda, nel marzo del 2006 è trasferito presso  la Scuola di Cavalleria di Lecce.
Le sue patologie, gravemente invalidanti, vengono riconosciute dipendenti da causa di servizio il 30 Ottobre 2007 dalla C.M.O. di Taranto ed ascritte alla Prima Categoria della Tabella A nella misura massima a vita.
Il Comitato di Verifica per le cause di servizio conferma il riconoscimento della causa di servizio specificando che trattasi di invalidità permanente riportata “per le particolari condizioni ambientali ed operative di missione fuori area” decretando anche il riconoscimento dello status di Vittima del Dovere.
Il colonnello Carlo Calcagni il 5 maggio 2009 ha ricevuto l’autorizzazione a fregiarsi del Distintivo d’Onore di Ferito in Servizio, per l’invalidità permanente riportata durante la Missione Internazionale in “Bosnia-Herzegovina 1996”; inoltre gli è stato notificato e consegnato il Decreto Ministeriale che lo iscrive nel Ruolo d’Onore e che gli consentirà il reimpiego per particolari incarichi di prestigio alle dirette dipendenze del Ministero della Difesa, in particolare come Referente Nazionale per le Vittime del Dovere e loro familiari. Il colonnello Carlo Calcagni, da presidente dell’Associazione Nazionale per la tutela dei diritti “R.O. Carlo Calcagni”, oltre a dare assistenza a titolo gratuito alle vittime o ai familiari delle stesse, da tempo collabora con le Istituzioni, rappresentando i reali problemi che gli umili servitori dello Stato sono costretti ad affrontare durante la malattia, cercando di semplificare e chiarire inequivocabilmente la normativa vigente dalle eventuali interpretazioni soggettive dannose per le vittime. Infatti ha partecipato, presso Palazzo Chigi a Roma, al tavolo tecnico per le Vittime del Dovere presieduto dall’On. Gianni Letta che dovrebbe risanare la sperequazione che ancor oggi riconosce ed assiste in modo diverso le vittime del terrorismo e quelle del dovere.

Il 1 gennaio 2010 è richiamato in servizio e reimpiegato presso la Scuola di Cavalleria di Lecce mentre ad ottobre dello steso anno, proprio per la particolare e dettagliata conoscenza della legislazione in favore delle vittime e dei loro familiari, è nominato consulente esperto della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito presso il Senato.
Per il colonnello Carlo Calcagni ciò che conta è vivere e rendersi ancora utile, sebbene le sue condizioni di salute restino gravi: dal 2010 è in attesa di un trapianto allogenico di midollo.
Proprio per generosità e costante disponibilità verso gli altri gli viene conferito il Premio Internazionale Don Pino Puglisi, con la motivazione: “Per il suo donarsi agli altri senza mai nulla chiedere” .
Nel 2011 al Magna Grecia Awards gli viene conferito il Premio ‘Value’ con le seguenti motivazioni: “Per il coraggio mai domo e la passione tenace per la vita, spesa nella ricerca costante dell’eccellenza e del dovere, nella concretezza del quotidiano faticoso. Paladino della verità e della forza dell’anima che, come fiamma ardente originaria, persiste alle notti più scure”.
Con la maglia azzurra della Nazionale di Ciclismo Paralimpico della Federazione Ciclistica Italiana e con il GSPD, Gruppo Sportivo Paralimpico del Ministero della Difesa ha vinto, rispettivamente, due Medaglie d’Oro in Coppa del Mondo nel 2015, una nella cronometro individuale, una nella gara in linea e tre Medaglie d’Oro agli Invictus Games nel 2016 a Orlando in Florida, una nella cronometro individuale, una nella gara in linea ed una nel conottaggio indoor, rowing.
Vuole essere d’esempio, sperando che proprio i suoi successi convincano chi si è chiuso nella sofferenza ad uscire di casa e a riprendere a vivere con lo sport… e, attraverso i suoi risultati, ridare speranza a chi ha perso anche quella. “Sopravvivo grazie alle terapie quotidiane… ma vivo grazie alla bici”.

Premio Internazionale Isfoa alla Carriera – Il Premio Internazionale Isfoa alla Carriera è tra i più ambiti, selettivi, prestigiosi ed esclusivi riconoscimenti nazionali. Teso a valorizzare le affermate e apprezzate eccellenze italiane attive nel settore culturale, industriale, accademico, istituzionale e professionale, esso è conferito annualmente a soli 25 candidati individuati dopo la rigorosa selezione attuata dalla preposta Commissione Esaminatrice in virtù della brillante carriera professionale, aziendale, istituzionale, accademica e del determinante apporto alla crescita del sistema economico e delle organizzazioni per le quali si è operato “unitamente al profuso ed indefesso impegno nel sociale”.

Stefano Masullo con Vincenzo Mallamaci 

 Il Premio Internazionale alla Carriera, nato da una intuizione del magnifico rettore di Isfoa (Libera e privata università di diritto internazionale) Stefano Masullo, fu inaugurato nel maggio 2004 con una cerimonia trasmessa in prima  serata dalla televisione nazionale ungherese ed avvenuta all’interno dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, alla presenza di oltre 250 ospiti, del Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, dell‘Ambasciatore d’Italia in Ungheria e con il saluto ufficiale del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica.

Fu patrocinato dalle Province di Milano e Lecce, dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, dal Ministero Affari Esteri, da ICE-Istituto Commercio Estero, da Ministero per gli Italiani all’Estero, da ANC-Associazione Nazionale Carabinieri, da AIDDA Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, da Comune di Milano, Regione Lombardia, CCIIAA di Bari. Nel corso della serata di gala inaugurale fu annunciato dal magnifico rettore Isfoa Stefano Masullo il saluto istituzionale di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica Italiana, portato da Paolo Guido Spinelli, ambasciatore in Ungheria.

Il Premio Internazionale Isfoa alla Carriera ha come scopo: internalizzazione delle aziende italiane nel mondo; sviluppo della cooperazione multinazionale; valorizzazione delle PMI; affermazione dell’immagine del marchio e dello stile italiano nel mondo; salvaguardia e riqualificazione del Made in Italy attraverso supporti e contenuti culturali che contrastino il dumping cinese; consolidamento delle responsabilità sociali, etiche e morali nelle attività produttive e professionali.

Fonte articolo ed immagini: ISFOA – Libera e Privata Università di Diritto Internazionale

 

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