Le spose dei marocchini. 21 matrimoni combinati, 70 indagati. Il business dei permessi di soggiorno. 2 arresti dei Carabinieri

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Il ‘gioco’ era questo: matrimonio civile combinato, ottenimento del permesso di soggiorno, separazione.Tutto i pochi mesi. La banda, strutturata su base familiare, agiva prevalentemente nei paesini delle colline salernitane ed a Battipaglia, con una puntata anche a Varese. I costi, peri marocchini ‘novelli sposi’ variava dai cinque ai diecimila euro: tanto, di fatto, serviva per l’ottenimento del permesso di soggiorno in Italia con la conseguente regolarizzazione. ‘Lune di miele’ interrotte dai carabinieri della compagnia di Battipaglia diretti dal capitano Erich Fasolino. Stamattina i militari dell’Arma, su disposizione della Procura di Salerno hanno arrestato zia e nipote, una trasferita in carcere l’altra ai domiciliari ed hanno notificato nei confronti di altre cinque persone il provvedimento di obbligo di dimora nel Comune di residenza. Le manette sono scattate ai polsi di L.I. 56 anni di Battipaglia, mentre la nipote C.I. 36 anni di Battipaglia è stata ristretta agli arresti domiciliari. Hanno invece l’obbligo di dimora nel territorio di residenza e di permanenza notturna presso la propria abitazione: A.R. 35 anni di Battipaglia; F.D.R. 23 anni di Battipaglia, A.G.R. 29 anni di Battipaglia, D.M. 27 anni di Napoli e D.I. di Battipaglia. 70 le persone indagate per concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, induzione alla falsità ideologica ed alterazione di stato. Le indagini affidate al sostituto procuratore Elena Guarino. Il comandante della stazione di Olevano sul Tusciano si è insospettito per alcune unioni civili tra persone di nazionalità diversa e con un grosso divario di età. Quasi tutti i matrimoni erano tra donne adulte e giovani immigrati del Marocco. In tutto sono state 21 le unioni individuate dal 2013. L’associazione  procacciava agli extracomunitari irregolari, i coniugi ed i testimoni necessari per celebrare il matrimonio. Le unioni sono avvenute a Battipaglia, Eboli, Olevano sul Tusciano, Montecorvino Pugliano e Marchirolo (Va). Dopo che gli extracomunitari avevano ottenuto il rilascio del permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare, i finti coniugi avanzavano istanza di divorzio. C’è stato anche un caso di falsa attestazione di paternità di una bambina, concepita da una delle indagate, per far ottenere il permesso di soggiorno al falso padre in cambio di 4mila euro.

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