“Ucciso per futili motivi”. L’omicida arrestato dai Carabinieri confessa, si esclude il movente passionale. Addio all’infermiere Maurizio Fortino. 53 anni, lascia moglie e figlia

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Maurizio Fortino, 53 anni, poco dopo le ore 22 di giovedì era in un appartamento di via Origlia, nel centro di Nocera Inferiore. In quella casa vive una donna con la figlia di 10 anni avuta da un uomo di 42 anni con il quale la relazione s’era interrotta da circa 5 anni senza particolari risentimenti o legami (l’unico era rappresentato dalla ragazzina). Fortino era infermiere nel vicino ospedale Umberto I. In quegli istanti, siamo all’incirca alle ore 22.30, Fortino viene fatalmente accoltellato alla schiena. A sferrare il colpo è il padre della bimba. Fortino capisce che deve correre in ospedale: scende in strada, inforca il suo scooter Yamaha e corre verso il nosocomio ma perde i sensi e cade sull’asfalto, lo scooter gli si stende vicino. Soccorso e portato all’interno della struttura, ogni tentativo di rianimarlo risulterà vano. Chi assiste agli ultimi istanti di vita dell’uomo ipotizzerà, come in una suggestione, una rapina dello scooter finita nel sangue. Nessuno, in strada, può conoscere la dinamica. In quei minuti l’accoltellatore decide di cambiarsi d’abito e di scendere in piazza: raggiunge isola pedonale (“per non destare sospetti”, dirà il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nocera, Antonio Centore) dove, mezz’ora dopo, verrà arrestato dai Carabinieri della sezione radiomobile del reparto territoriale di Nocera Inferiore, coordinati dal Maggiore Michele Avagnale e dagli agenti della Polizia di Stato. Le Forze dell’Ordine arrivano a lui grazie alla descrizione resa dalla donna, sotto choc come sua figlia (che, però, a quanto risulta non ha assistito all’accoltellamento, essendo in quel momento in un’altra stanza). L’uomo viene portato in caserma ed interrogato. Assistito dall’avvocato Gregorio Sorrento del foro di Nocera, rende la confessione che viene acquisita dal Pubblico Ministero. Alle prime luci dell’alba è quindi trasferito presso il carcere di Salerno dove resta in attesa della convalida da parte del Gip. Intanto si scoprono a suo carico alcune indagini di polizia, in particolare per la violazione dell’articolo 612 bis (stalking) e per estorsione. Resta da capire per quale motivo, alle 22, Maurizio Fortino era in quell’appartamento e cosa ha scatenato la furia omicida. Fortino lascia la moglie con la quale era felicemente coniugato ed una figlia. Per una serie di deduzioni, gli inquirenti tendono a scartare il movente di tipo passionale, tanto che il Procuratore fa accenno a “futili motivi”. Di natura economica? E’ probabile che Fortino fosse lì in veste professionale, per prestare delle cure ad una conoscente ma che quella presenza e quelle circostanze avessero annebbiato i pensieri dell’altro.

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