20.465 decessi. Prof. Rezza. “Oltre 20 giorni tra contagio e morte”. Non a scuole e campionato

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13 aprile – Aumenta l’incremento giornalieri dei deceduti (oggi 566, a Pasqua furono 431). Cala, per il terzo giorno consecutivo quello dei nuovi positivi (1.363, ieri erano 1.684) e dei ricoverati nelle terapie intensive (3.260, valore in calo per il decimo giorno consecutivo, ieri erano 3.343).

In termini assoluti, il conteggio attesta il numero delle vittime a 20.465; i positivi attivi a 103.616; i guariti a 35.425 (solo oggi sono stati 1.224). Sulla ripresa del campionato, il professore Giovanni Rezza capo del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, ammette: “Da romanista, manderei tutto a monte… Battute a parte, ora non darei parere favorevole alla ripresa, credo che il Comitato tecnico scientifico condivida”. Sui vaccini: “C’è una accelerazione sulla promettente sperimentazione di Pomezia” Aggiunge: “Oggi stiamo vedendo il risultato di quanto, in termini di contagio, è avvenuto 15-20 giorni fa aggiunto alla circolazione del vrus intrafamiliare ed ai focolai nelle RSA. Sappiamo che l’Italia, come nessun Paese, può reggere due-tre mesi di lockdown. Siamo in piena fase 1, alcuni indicatori sono positivi ma il virus continua a circolare. Quello della letalità sarà l’ultimo indicatore a flettere, dato che dal contagio alla morte possono intercorrere oltre venti giorni. Quando si aprirà la fase 2 dovremo mettere toppe a ripetizione”.

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