Mancini loda Oristanio, Amodio: “Scovato in Cilento, oggi li vedono su internet”

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Mancini parla di Oristanio (“gioca, e bene, in Eredivise”) indicandolo tra i talenti italiani “sempre meno numerosi perché qui non si gioca più per strada”. Un assist per il suo scopritore, l’avvocato salernitano Silvestro Amodio che in trent’anni di attività da Giffoni ha percorso tutto lo stivale mosso dalla passione per i talenti in erba. “Oristanio – ricorda – lo vedevo giocare nel 2012 con la Scuola Calcio Roccadaspide insieme con Marco Zunno oggi al Piacenza allenato dal padre Rosario ex calciatore di Battipagliese, Valdiano e Taranto.

A Gaetano l’estate scorsa ho dato una foto del papà Rosario Oristanio quando giocava nella rappresentativa di prima categoria nel 1986 allenata da Peppe Orilio e Vito Giordano. Qualcuno oggi mi dice che sono un veggente perché ho intravisto in questo ragazzo all’età di dieci anni un futuro radioso. Io sorrido ma ritengo che il colpo d’occhio nel calcio sia una dote naturale ma anche indispensabile”.  

Il racconto si fa intenso: “Ho svolto per anni lo scouting percorrendo chilometri in viaggio con auto per seguire partite dal vivo insieme a Vito Giordano ed al compianto direttore sportivo Carmine Longo per studiare moduli tattici di squadre e caratteristiche tecniche di calciatori e portieri sui campi meridionali e del centro Italia, nonché relazionando per iscritto. Ho accatastato cinque faldoni. Oggi invece c’è la tecnologia con wyscout e si viaggia poco. Poi ho maturato un’esperienza formativa seguendo mister Sannino nella sua carriera a Varese dove ho conosciuto Baiano, Siena, Palermo, Chievo Verona assistendo ad allenamenti, riunioni tecniche e ritiri che hanno arricchito notevolmente il mio bagaglio culturale del calcio. Ho visto da vicino la preparazione di calciatori come Buzzegoli, Neto Pereira, Brienza, Destro, Ilicic, Dybala, Miccoli, Edgar Barreto, Paloschi, Luiz Felipe Marchi.

Ho visto tanti giovani promettenti che sono arrivati al professionismo, qualcuno però si è perso per strada. Andrebbero potenziati e resi funzionali i centri tecnici regionali per migliorare la crescita dei nostri giovani soprattutto al Sud Italia”.

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