“5mila tir a settimana”: business che a Salerno lascia solo briciole ed enormi disagi. Per container, merci e Ro-Ro persi migliaia di crocieristi e milioni di euro – VIDEO

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Mettiamo un punto fermo: il problema dell’enorme impatto negativo del porto sulla città (“cinquemila tir a settimana”, cit. Francesco Abbate Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile – VIDEO) è tutto nella scelta della tipologia di sviluppo.

Autostrade del Mare – La prima conseguenza è stata la trasformazione dello scalo in uno dei più rilevanti terminal mediterranei delle Autostrade delle Mare. Scelta che ha determinato lo spostamento verso i varchi del porto di migliaia di tiri a settimana “senza che a Salerno lascino manco i soldi per il carburante o per un caffè”, dice un operatore economico del porto impegnato in altro ambito. Il settore è in continua espansione (Salerno oggi è stabilmente collegata – andata/ritorno – con Liguria, Sardegna, Sicilia, Malta, Spagna, Tunisia, Grecia – VIDEO). Il business è enorme: i benefici sono tutti privati (armatori, compagnie, aziende di trasporti) mentre il disagio ricade sulla città. Ma c’è di più: per ricevere le quattro navi al giorno (di media) da 250 tir ciascuna che servono le Autostrade del Mare una intera banchina, quella di ponente, è stata dedicata ai Ro-Ro, laddove l’Autorità portuale ha investito centinaia di migliaia di euro per la costruzione di un pontone in grado di far attraccare i traghetti di poppa, a favore di portellone. A fronte di una movimentazione-Tir ininterrotta, di una continua sollecitazione del viadotto Gatto, di livelli di smog e di inquinamento acustico verosimilmente sopra i livelli consentiti (ma perché l’Arpac non effettua un monitoraggio continuo?), di un blocco perenne della viabilità urbana della zona, non è dato sapere qual è stata finora la ricaduta occupazionale diretta a beneficio del tessuto salernitano e se, soprattutto, esiste una proporzione proficua. Ossia se Salerno, alla fine, davvero ci guadagna.

Containers, merci varie e crociere – La seconda scelta riguarda la ricaduta, in termini di interesse pubblico, della storicizzata volontà di mettere le banchine (pubbliche) al servizio degli spedizionieri di containers e delle società di movimentazione merci varie, attraverso il sistema delle ‘aree omogenee dedicate’ (rispettivamente i moli Trapezio e III Gennaio).  Scelta che ha determinato vantaggi incontrovertibili fino agli anni ‘90. Poi però in un giorno piovoso del settembre del 1998 una nave da crociera attraccò alla banchina tra containers e altro… VIDEO” (Orazio De Nigris), Salerno, allora, scoprì le potenzialità del crocierismo. Con intuito, capacità organizzativa e coraggio fu organizzata la stazione marittima mobile: nel 2015 transitarono i primi 200mila crocieristi; Salerno diventò ‘home port’ di MSC e Costa Crociere con circa 15mila imbarchi. Fu quindi costruita la stazione marittima di Zaha Hadid che, a causa del pescaggio di soli 6.70 metri (a fronte dei 10.50 richiesti), non è però mai entrata pienamente in funzione nonostante nell’anno in corso ormeggeranno 28 piccole navi turistiche alle bitte della testata del molo Manfredi. Il pescaggio giusto è ai moli III Gennaio, Trapezio e Ligea che, però, restano rispettivamente destinati ai settori delle merci varie, containers e Autostrade del Mare (nella foto in alto la differenza di grandezza tra le navi da crociera attraccate ai due moli). Per siffatta situazione nel 2016 Salerno non poté onorare un contratto con MSC Poesia per 1.100 imbarchi; sfumarono 28 navi con relativa perdita dei posti di lavoro necessari ad assicurare il servizio di accoglienza (della Salerno Stazione Marittima Spa) e mancato indotto dei 60 euro che, in media, ognuno dei 3.500 passeggeri della nave avrebbe lasciato sul territorio, per un totale stimato di circa 6 milioni sfumati. Per una economia persa, ce n’è una sulla quale la nebbia inizia a diradarsi. L’ingegnere Giuseppe Gallozzi, in una slide, mostra la forza-lavoro impiegata dalla principale azienda del porto: la SCT di Agostino Gallozzi: da quanto si evince sono oltre 250 gli addetti diretti del gruppo.

Molo III Gennaio – Probabilmente Salerno guadagnerebbe molto di più da un’economia portuale basata sul crocierismo. Numeri alla mano, sarebbe quindi auspicabile che le istituzioni democratiche salernitane decidessero di riconvertire le funzioni di una parte del porto, valorizzando, favorendo ed implementando il crocierismo riorganizzando la destinazione produttiva delle tre aree omogenee. In aggiunta al molo Manfredi, il molo III Gennaio potrebbe allora essere dedicato agli approdi delle grandi navi da tremila passeggeri, sacrificando in parte uno dei tre settori oggi egemoni (le tanto invasive Autostrade del Mare, ad esempio). Tra le conseguenze immediate di una Salerno stabilmente nei circuiti crocieristici internazionali, ci sarebbe la ricaduta economica ed occupazionale certamente superiore di quanto sia oggi assicurato dalle Autostrade del Mare e, cosa non da poco, qualche migliaia di tir in meno a settimana sulle strade cittadine. A fronte di tale consapevolezza occorrono le necessarie volontà politiche di Comune e, soprattutto, Regione affinché l’Autorità Portuale decida in tal senso. O davvero si crede di aver risolto il problema spostando da via Ligea il capolinea del servizio di trasporto pubblico?

 

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1 commento

  1. Gloria de Lisio il

    A quanto correttamente riportato, si aggiunga che il numero stimato in 5000 alla settimana dei Tir che transitano in zona, diventano 20.000 in quanto ciascun mezzo transita ben quattro volte in quel piccolo tratto di strada,in andata e ritorno. Bel numero, no? Vorrei che transitassero sotto la casa del Sindaco, del Governatore, del dott. Gallozzi, o Spirito o Messineo.

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