147 giorni di lavori al termovalorizzatore, 7 Stir saturi, 1.800 tonnellate ogni mattina. Rifiuti, Campania verso emergenza

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135 giorni di fermo totale e 112 di fermo alternato delle tre linee del termovalorizzatore di Acerra in funzione dal 2008, unico in Campania; 1.779 tonnellate di rifiuto indifferenziato da smaltire ogni giorno attraverso i sette impianti Stir regionali già oggi al collasso, 120mila euro al giorno di ‘euromulta’ per infrazione. Queste le ragioni che hanno spinto il Ministro dell’Interno Matteo Salvini  a ‘commissariare’ di fatto la Regione imponendo “la costruzione di un termovalorizzatore in ogni provincia”, avocando a se competenze altrui nonostante si fosse detto “leader di un movimento ferramente autonomista”. Quindi la reazione (VEDI QUI) del vice presidente ed assessore regionale all’ambiente Fulvio Bonavitacola, veemente nonostante da due mesi si sapesse che a partire da Natale si rischierà di avere rifiuti in strada in ogni città. Causa ed effetti del corto circuito politico-istituzionale sono da ricercare nella corrispondenza intercorsa tra la società di gestione del termovalorizzatore di Acerra, la Regione, i Comuni ed una serie di enti/società intermedi. Le tre missive – inviate tra settembre e novembre – disegnano lo scenario che ha allarmato Salvini tanto da fargli dire “qui siamo in emergenza ambientale”.

Il 28 settembre 2018 la A2A Ambiente SpA di Brescia, che dal 13 novembre 2008 gestisce il termovalorizzatore di Acerra e l’impianto di selezione e trattamento dei rifiuti di Caivano, annuncia ufficialmente alla Regione Campania – Direzione generale per l’Ambiente e l’ecosistema – date e periodi delle “attività di manutenzione programmata – linee di combustione termovalorizzatore anni 2018 e 2019”. Scrive: “(…) Al fine di ottimizzare la programmazione dei flussi di frazione secca prodotta dagli impianti Stir regionali, comunichiamo il calendario delle manutenzioni programmate per gli anni 2018 e 2019, al momento prevedibile, per il termovalorizzatore”. L’elenco: “Tre settimane circa per la linea 1 a partire dall’inizio del mese di novembre; sei settimane per la linea 2 a partire dall’ultima settimana del mese di dicembre fino a fine gennaio 2019; quattro settimane per la linea 3 a partire dall’inizio del mese di marzo 2019; due settimane a maggio; revisione generale del turbogeneratore che prevede il fermo contemporaneo di tutte le linee per circa 35 giorni a partire dall’inizio di settembre 2019 con fermo della linea 2 a partire dall’ultima settimana di agosto”. In tutto fanno 21 settimane, ossia 147 giorni.

Il 6 novembre la Ecomabiente comunica al Prefetto ed ai sindaci dei Comuni della provincia di Salerno “il fermo temporaneo della linea di combustione 1 del termovalorizzatore di Acerra” sulla base di “una comunicazione a mezzo Pec del 19 ottobre 2018 della Regione Campania” che specifica “il fermo per manutenzione della linea 1 per circa tre settimane a far data dal 5 novembre”. Il liquidatore unico della società, scrive: “Ovviamente tale imprevedibile evento comporterà un rallentamento delle operazioni di conferimento presso il TMB di Battipaglia con una oggettiva difficoltà nel garantire i regolari conferimenti della frazione indifferenziata da parte dei Comuni della provincia, fino al ripristino degli ordinari flussi di evacuazione verso il termovalorizzatore”.

La Regione Campania traduce in cifre le conseguenze del funzionamento ridotto dell’impianto di Acerra: ordinariamente nei sette impianti Stir regionali di Casalduni (Bn), Pianodardine (Av), Battipaglia (Sa), Santa Maria Capua Vetere (Ce), Caivano (Na), Tufino (Na) e Giugliano (Na) arrivano quotidianamente 78 mezzi che sversano 1.779 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Preso atto dei fermi annunciati dalla A2A Ambiente SpA, la direzione regionale generale per il ciclo integrato delle acque e dei rifiuti “al fine di garantire la regolarità dei conferimenti da parte dei Comuni” comunica alle società di gestione dei sette impianti che “si rende necessario che codeste società attivino contratti che garantiscano adeguatamente lo smaltimento delle frazioni dei rifiuti non conferibili al termovalorizzatore”, quindi “si chiede inoltre di programmare lo svuotamento degli impianti ed eventualmente avviare l’allestimento di piazzole per lo stoccaggio provvisorio, onde aumentare le capacità complessive di stoccaggio fino a renderle compatibili con le necessità dei periodi di manutenzione”. Conclude: “Si resta in attesa di riscontro per la condivisione dei programmi e delle soluzioni da adottare con adeguato anticipo al fine di evitare criticità nel ciclo dei rifiuti regionali”.

147 giorni di ridotto funzionamento del termovalorizzatore, impianti Stir subito saturi, prezzi di conferimento fuori regione della frazione indifferenziata immediatamente aumentati, multa da 120mila euro al giorno da parte dell’Europa. Eppure il problema lo debbono risolvere le società di gestione degli impianti Stir attraverso il fitto di piazzole aggiuntive.

Non sorprende quindi che ci sia chi chiami Procura e Carabinieri: “E’ grave che gli impianti accolgano più rifiuti di quanti ne riescano a smaltire. Chi autorizza gli enti pubblici a creare delle vere e proprie discariche abusive inquinanti e pericolose per la salute delle persone?” si chiede Edmondo Cirielli, Questore della Camera dei Deputati e parlamentare di Fratelli di Italia, annunciando un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “E’ gravissimo che ciò accada senza alcun intervento da parte del Noe e delle Procure, cui spetta il compito di accertare eventuali violazioni delle norme in materia ambientale. Chiederò al ministro Costa di riferire in Aula e di chiarire le ragioni per cui gli enti pubblici locali siano stati autorizzati alla continua violazione delle regole a discapito della salute dei cittadini”.

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